




PER FAR BOTTINO
La geografia
Egoismo e cupidigia
Un anno dopo l’organizzazione della Chiesa il Signore disse che presto la pace sarebbe stata tolta dalla terra:
“…l’ora non è ancora arrivata, ma è prossima, in cui la pace sarà tolta dalla terra e il diavolo avrà potere sul suo proprio dominio.” (D&A 1:35).
Oggi la pace è stata tolta dal mondo e non vi farà più ritorno finché Cristo non verrà a riportarvela. Da più di un secolo nel mondo ci sono continuamente guerre.
Paolo dichiara per profezia che il giorno in cui avverranno queste guerre la gente invocherà “pace e sicurezza”. Il compimento di questa profezia è talmente reale che il popolo, per contrastare le guerre, ha realizzato anche una bandiera della pace, con i colori dell’arcobaleno.
Ogni nazione lotta e contrasta con le altre, cercando di stipulare accordi sia politici che economici, stabilendo convenzioni ed organizzando conferenze per la pace, leghe fra i paesi, e quant’altro possa essere utile in tal senso.
Tutto ciò, nonostante le buone intenzioni, non può però produrre un effetto positivo poiché non si basa sui principi fondamentali dai quali dovrebbe scaturire una pace effettiva e duratura.
Finché l’uomo avrà nel cuore l’egoismo e la cupidigia, il desiderio del potere e della ricchezza, dimenticando tutto ciò che proviene ed appartiene al regno di Dio, la pace non regnerà e prevarranno i litigi, le contese, le lotte e le guerre.
La vera molla che porta oggi le persone a ricercare la pace, è essenzialmente la paura, in quanto nel loro cuore non c’è amore per Dio. L’empietà, il desiderio di possedere, lo spirito di cupidigia e l’istinto di approfittarsi degli altri hanno generato uno stato di irrequietezza che sfocia nella droga, nell’alcol e nell’immoralità. In sintesi si è perduta la pace perché si è respinto il Vangelo. (1)
La battaglia di Harmaghedon
Come si legge nei capitoli 38 e 39 di Ezechiele, prima della Seconda Venuta di Cristo, ci sarà una grande guerra, chiamata Harmaghedon (Apocalisse 16:15-21).
Quanto, al tempo in cui essa avverrà esso non è rivelato. Gesù Cristo ha dichiarato che neppure gli angeli del cielo conoscono il giorno o l’ora in cui Egli farà la Sua apparizione, ma soltanto il Padre.
La battaglia finale di Harmaghedon annienterà completamente tutte le nazioni (D&A 87:6); e l’assedio di Gerusalemme porrà fine all’ultima guerra, come predissero Ezechiele, Gioele e Daniele.
Una cosa che questi profeti ci fanno chiaramente capire è che il grande conflitto finale prima dell’avvento di Cristo terminerà con l’assedio di Gerusalemme. Il Signore dichiarò a Gioele:
“Poiché ecco, in quei giorni, in quel tempo, quando ricondurrò dalla cattività quei di Giuda e di Gerusalemme, io radunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle di Giosafat; e verrò quivi in giudizio con esse, a proposito del mio popolo e d’Israele, mia eredità, ch’esse hanno disperso fra le nazioni, e del mio paese che hanno spartito fra loro.” (Gioele 3:1-2).
Da questa scrittura si capisce che, quando gli eserciti si raduneranno in Palestina, sarà il momento in cui il Signore verrà in giudizio e si stabilirà per sempre nella Sua antica terra. Questo avverrà nel bel mezzo della battaglia finale e quando una parte di Gerusalemme cadrà con conseguenze spaventose per i suoi abitanti. Avverrà in quel momento un grande terremoto, il Monte degli Ulivi si spaccherà in due, e il popolo perseguitato fuggirà in questa valle per trovarvi scampo: in quel momento arriverà il Salvatore.
In quel tempo si avrà la redenzione dei Giudei. Gerusalemme sarà riedificata e diventerà una città santa e coloro che avranno stretto d’assedio il paese saranno distrutti. (Zaccaria 11; 12; 13; 14; Ezechiele 38; 39; Sofonia 3; D&A 29; 45; 113.)
Ezechiele nei capitoli 38 e 39 ci ha descritto nei particolari la grande battaglia che precederà la venuta del Figliuol dell’Uomo per regnare sulla terra.
Luogo della battaglia
A circa 110 kilometri a nord di Gerusalemme si trova l’antica città di Megiddo (adesso chiamata Tell el-Mutesellim).
In questa località nord-centrale della Palestina, Megiddo domina la grande pianura di Esdraelon, un’area di circa 1000 km quadrati, nella quale anticamente hanno avuto luogo molte famose battaglie. Megiddo è la più vecchia forma Ebrea di Harmageddon che significa il monte o la Collina di Megiddo o la Collina delle Battaglie; questa è la “valle di Megiddo” menzionata in Zaccaria (Zaccaria 12:11).
La battaglia inizierà in quest’area per poi allargarsi ampiamente alle aree circostanti.
Geografia della battaglia
Per comprendere quali saranno le nazioni ed i territori limitrofi alla Palestina che avranno un ruolo determinante in quest’ultima battaglia, riporto qui una tabella esplicativa che traduce in un linguaggio attualizzato quanto richiamato nelle Sacre Scritture:
- Gog: capo della Russia
- Magog: Russia (mongoli)
- Mescec: tribù dell’antica zona di Mosca
- Tubal: città russa di Tobolsk sul fiume Tobol
- Sheba e Dedan: Arabia Saudita
- Leoncelli: Gran Bretagna e USA
- Persia: Iran, Iraq, Afghanistan
- Gomer: Cimmeri, popolo di una zona orientale del Mar Nero
- Togarma: Turchia (Armenia), Europa sud orientale
- Tarsis: città Turca che utilizzava il porto di Tiro per i suoi commerci
Al fine di chiarire i termini sopra indicati, riporto qui i versetti di Ezechiele 38:1-3 che recitano:
“E la parola dell’Eterno mi fu rivolta in questi termini: Figliuol d’uomo, volgi la tua faccia verso Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mescec e di Tubal, e profetizza contro di lui, e di: Così parla il Signore, l’Eterno: Eccomi da te, o Gog, principe sovrano di Mescec e di Tubal!”
Gog è citato come il capo che comanda nel paese di Magog e risiede a Mescec (Mosca). La parola Magog dà origine alla parola “mongolo”, in quanto i greci hanno chiamato questa etnia “Magogites”, che indica la popolazione russa insediatasi nelle zone dell’Armenia nel sud della Russia. Un altro esempio ci viene dal termine arabo usato per la grande muraglia cinese che è “il muro di Al Magog”, in quanto è stato eretto con l’intenzione di protergesi dagli eserciti di Magog. I discendenti di questa etnia includono i tartari (repubblica Russa dei Tatari), i cosacchi, i calmucchi (repubblica Russa dei Calmucchi sul Mar Caspio) e i mongoli.
Tubal è una zona della Russia chiamata oggi Tobolsk che si trova a oriente dei Monti Urali.
Sceba e Dedan sono discendenti di Sem e hanno abitato la regione conosciuta oggi come Arabia Saudita.
Con il nome Gomer vengono indicati i discendenti di Jafet, indicati anche dalle cronache tardo-Assiri con la parola Gimirrai e che sono l’antica popolazione dei Cimmeri abitanti le steppe eurasiatiche. All’epoca di Ezechiele, lungo la costa sud orientale del Mar Nero, vi era una regione chiamata Cimmeria (antica Crimea).
Il simbolo della Gran Bretagna è il Leone con la madre leonessa che si trova sulle coniature della Bretagna, il suo stemma reale è su ogni divisa militare inglese. Molti giornalisti moderni si sono riferiti alle colonie come a “giovani leoni”. Pertanto la parola leoncelli potrebbe riferirsi alle colonie o ex colonie della Gran Bretagna come gli Stati Uniti.
I capi della Russia formuleranno cattivi pensieri contro Israele (Ezechiele 38:10) e la Russia verrà come una nuvola per coprire il paese (Ezechiele 38:16), data la sua necessità di acquistarsi un facile accesso al Mediterraneo per controllare il Medio Oriente ed il petrolio che possiede. In pratica la Russia ha solo un passaggio per far trasferire le sue truppe dalle repubbliche russe a Gerusalemme e cioè la stretta lingua di terra delimitata dalla costa orientale del Mar Nero alla costa occidentale del Mar Caspio.
Essa potrà avanzare con il suo esercito coinvolgendo i popoli discendenti dell’antica Cimmeria e dell’Armenia parcellizzati oggi in tanti piccoli stati come la repubblica russa dei Tartari, repubblica dei Calmuchi, Cosacchi, repubbliche di etnia mongola, ecc. Dalla parte Sud del Mar Caspio, invece, potranno avanzare gli eserciti relativi al territorio della vecchia Persia: Iran, Iraq e Afghanistan.
Le cause
Vieni tu per far bottino?
Ezechiele nel pronunciare questa interrogazione, “Vieni tu per far bottino?” ha centrato il vero motivo per cui si fanno le guerre, contrariamente alle motivazioni ufficialmente addotte da chi le promuove.
Agli occhi dell’opinione pubblica, avere una “giusta causa” è importante in quanto una guerra è "definita giusta" se è mossa su basi morali, etiche o religiose; quando però è mossa da motivi puramente economici, ed è dettata dall’egoismo e dalla cupidigia, diventa una guerra ingiusta e impopolare.
Ezechiele non presenta la battaglia di Harmaghedon come una guerra di religione, ma come essa in realtà sarà: vale a dire una guerra economica, dettata dall’ingordigia di accaparrarsi il bottino!
Un esempio sono le Crociate, presentate spesso dagli storici come spedizioni militari religiose promosse dai cristiani che cercavano di mettere in fuga i turchi “infedeli” dalla Terra Santa. Il vero motivo invece era economico per combattere il dominio delle società mercantili musulmane che avevano il totale controllo delle vie commerciali orientali.
Un altro esempio è fornito dall’attuale conflitto condotto dagli USA come “guerra al terrorismo” o guerra di religione e scontro di civiltà ufficialmente volto a proteggere il mondo civilizzato, mentre in realtà esso mira ad assicurarsi il controllo industriale sulle enormi ricchezze energetiche del Medio Oriente, ed ad imporre allo stesso tempo, sotto l’egida del FMI e della Banca Mondiale la privatizzazione delle imprese statali e il trasferimento delle risorse economiche dei Paesi nelle mani del capitale estero.
Tutto ciò viene realizzato tramite lo smembramento degli Stati destinati ad essere trasformati in territori economicamente aperti e con confini internazionali secondo le linee etniche, per giustificarne l’azione, in linea con gli interessi delle multinazionali petrolifere che sotto l’egida del libero mercato “fanno bottino”. In questo modo è stata ridefinita un ipotesi di mappa del Medio Oriente (fig. 86) e utilizzata dalla NATO per l’addestramento degli alti ufficiali, in quanto la politica energetica è sempre più anche politica militare.
In sostanza le motivazioni che porteranno tutte le nazioni, di cui già si vedono i segnali, alla battaglia di Harmaghedon saranno esclusivamente di ordine economico e in realtà scaturiscono pertanto dall’obbiettivo di controllare le fonti energetiche (pozzi, oleodotti e gasdotti).
I gasdotti
South Stream
È il progetto di un’opera faraonica, con un tratto sottomarino di 900 chilometri che partirà dalle coste russe sul Mar Nero (Beregovaya), che attraverserà ad una profondità fino anche di 2000 metri, per arrivare in Bulgaria. Si dividerà poi in due tronconi: uno diretto verso il Sud Italia attraverso la Grecia e l’Albania con arrivo ad Otranto, l’altro verso l’Italia settentrionale attraverso la Romania, Ungheria ed Austria, con arrivo a Tarvisio. Quest’opera sarà realizzata da Eni (Italia) e Gazprom (Russia).
Nord Stream
È un mega gasdotto dedicato al Nord Europa ed in particolare alla Germania, con grosse prospettive poiché le consentirà di rinunciare al nucleare civile per la produzione di energia elettrica; esso servirà anche i Paesi Baltici e la Gran Bretagna, che avranno delle bretelle sottomarine dedicate. Passerà sul suolo russo e sul fondo del Baltico. Sono coinvolti Basf e E.On e Gazprom. Sarà realizzato dalla società tedesca Nordeuropäische Gas Pipeline Gesellschaft.
Blue Stream
È un gasdotto prettamente sud europeo destinato all’Italia. Nella sua realizzazione sono coinvolti Eni, Saipem e Gazprom; il tratto russo fino al Mar Egeo (non molto gradito all’Iran) è gia stato inagurato.
Nabucco
È un gasdotto che, attraversando il Mar Caspio, la Turchia e i Balcani dovrebbe portare in Europa il gas kazako, turkmeno e azero. È un progetto sponsorizzato dagli Usa e dalla Ue la quale ha una politica energetica distante da quella dei suoi stati membri: questo è un alternativa ai gasdotti russi. Altri parttner per questo progetto potrebbero essere Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Queste nazioni sono però anche corteggiate dalla Russia per fare un suo gasdotto del Caspio.
Questo sintetico quadro della situazione progettuale dei vari gasdotti evidenzia enormi difficoltà causate dal fatto che il tragitto più breve dovrebbe attraversare territori dilaniati da molte tensioni etniche e politiche. La stessa situazione si ha per quanto riguarda gli oleodotti di nuova progettazione.
Questa situazione diventa sempre più esplosiva a causa del forte conflitto generato da queste politiche energetiche fra i due principali contendenti: Usa e Russia.
Da evidenziare anche che in tante di queste iniziative sono coinvolte direttamente o indirettamente personalità politiche di primo livello diventando così anche un grosso problema di conflitto d’interessi.
Un territorio che scotta
La striscia di terra che va dal Mar Nero al Mar Caspio, diventerà nei prossimi anni sempre più una terra strategica per chi vuol “far bottino”. In questi ultimi anni ci sono state già molte guerre (fig. 87) che hanno surriscaldato e posto all’attenzione mondiale questo territorio attraversato dalla catena dei monti del Caucaso. La sua recente e travagliata storia geopolitica alla luce della profezia di Ezechiele induce a serie riflessioni.
Le nazioni di questa zona sono divise fra l’influenza dei paesi della NATO e di quella Russa; qust’influenza è legata all’interesse per il petrolio ed il gas naturale e i relativi oleodotti e gasdotti che attraversano il territorio e vanno verso l’Europa, quest’interesse pressante dà origine a tensioni molto forti che coinvolgono tutte le nazioni.
Il Caucaso è una regione che sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel nuovo scacchiere energetico mondiale e la Georgia, pur non producendo petrolio, è un corridoio cruciale per il greggio del Mar Caspio destinato ai mercati occidentali. Attraverso questa zona, infatti, passa il secondo oleodotto più grande del mondo, che porta il greggio caucasico dal terminal di Baku a quello turco di Ceyhan nel Mediterraneo, proprio via Tbilisi (Georgia).
Sempre nella Georgia dovrebbe passare il nuovo gasdotto europeo Nabucco: un’opera gigantesca che ha l’obiettivo di far affluire il gas turkmeno, azero e kazako in Europa senza passare per il territorio russo. Questo progetto sta trovando un forte ostruzionismo da parte della Russia. In sostanza questo è l’oggetto del contendere: chi porterà sui ricchi mercati occidentali il gas turkmeno e kazako e chi avrà il controllo dei prezzi lungo il percorso tra i giacimenti caucasici e le reti di trasporto europee? Chi avrà cioè la possibilità di “far bottino”?
Certo Ezechiele con la sua profezia relativa agli Ultimi Giorni non poteva scegliere un territorio più caldo e strategico di questa striscia di terra abitata da una miriade di etnie e religioni (fig. 88). Esse contribuiscono ad una facile strumentalizzazione dei conflitti provocati dai paesi “predoni”, per raffigurare la zona di provenienza degli eserciti che combatteranno contro Israele e che porteranno alla realizzazione dello scenario profetizzato e annunciante la Seconda Venuta di Gesù Cristo (fig. 89).
Il ruolo d’Israele
Perché tutte queste nazioni si coalizzeranno tutte contro Israele? Questa nazione non è una produttrice di petrolio o di gas, è vero, ma sta diventando sempre di più uno stato chiave nel campo della geoenergetica e della relativa politica. Adesso esso fa parte dell’asse militare Anglo-Americana (i “leoncelli”, come li chiama Ezechiele) che serve gli interessi dei giganti occidentali del petrolio del Medio Oriente e dell’Asia Centrale. Non c’è pertanto da sorprenderci se Israele ha anche un accordo di cooperazione militare con la scottante Georgia e l’Arzebagian che sono i due Stati che rappresentano il più importante nodo di distribuzione del petrolio e del gas caucasico.
Esiste, da parte di Israele e in collaborazione con la Turchia, un progetto di oleodotti passanti sotto l’acqua del Mar Mediterraneo, dal porto di Ceyhan a quello di Ashkelon, al fine di tagliare fuori i paesi arabi come Siria e Libano. Da Ashkelon inizierà un grande sistema di oleodotti che porterà il petrolio verso il Mar Rosso (fig. 90). L’obiettivo di Israele, infatti, non è solo quello di acquisire il petrolio del Mar Caspio per il proprio consumo, ma è soprattutto quello di avere un ruolo determinante nella riesportazione del petrolio agli emergenti mercati dell’Asia, attraverso il porto di Eilat sul Mar Rosso. Questa ambiziosa e lucrosa strategia implica un reinstradamento di grandissima portata del petrolio del Mar Caspio, il tutto fra numerose conflittualità latenti che diventano un'altra causa di guerra in Libano questi oleodotti, che partono da Baku (Arzebagian) e arrivano al Mar Rosso, in realtà bypassano totalmente i territori russi e iraniani.
Israele ha inoltre intenzione di potenziare quest’oleodotto per portare, oltre al petrolio, anche gas, acqua ed elettricità: dalla città Turca di Ceyhan partirebbero così ben quattro condutture ed il gas e il petrolio arriverebbero via mare fino all’India. Ciò crea ulteriore conflittualità con l’Iran, in quanto il tragitto molto più breve per il petrolio del Caucaso destinato all’India sarebbe stato quello passante per i territori dell’antica Persia.
Ce ne più che a sufficienza per tirarsi addosso l’odio e l’invidia dei capi di molte nazioni… e non certo per motivi religiosi come l’opinione pubblica viene strumentalizzata a pensare, bensì come profetizza Ezechiele, solo “per far bottino”!
I moderni “commercianti di Tarsis”
I mercanti di Tarsis, menzionati nella scrittura (Ezechiele 38:13), rappresentavano in pratica tutti quegli intermediari che commerciavano con il porto fenicio di Tiro (citta del Libano) e la sua flotta marina che era molto probabilmente di proprietà di Tarsis (Ezechiele 28:25). Tarsis non disponendo di un porto, utilizzava quello fenicio, e forniva di ogni genere di merce i propri mercati del Mediterraneo come Siria, Israele, Giuda, Egitto, Libia, Turchia, ecc. fino a raggiungere paesi come la Bretagna e quelli che si trovavano lungo la costa nord occidentale dell’Africa.
Infatti in Ezechiele 27:12 riferendosi a Tiro scrive:
“Tarsis traffica teco con la sua abbondanza d’ogni sorta di ricchezze; fornisce i tuoi mercati d’argento, di ferro, di stagno e di piombo.”
Chi possiamo assimilare oggi ai “commercianti di Tarsis”? Rimanendo nella logica della geoenergetica, che sembra la causa più accreditata della battagia di Harmaghedon, questi commercianti non possono essere che le grandi compagnie occidentali del petrolio e del gas, nonchè le compagnie che provvedono alla distribuzione (British Gas, British Petroleum, Mobil, Shell, Total, Eni, Yamal-europe pipeline, Nordeuropäische Gas Pipeline Gesellschaft, ecc.) unitamente al FMI e alla Banca Mondiale. Questi ovviamente non commerciano con il porto di Tiro, bensì con tutti quei paesi fornitori che estraggono il petrolio ed il gas e quei paesi, fornitori di logistica distributiva, su cui passano gli oleodotti e i gasdotti nonché i paesi acquirenti che sono gli utenti finali di questi due prodotti.
Tutti questi commercianti, tramite le loro nazioni che sono asservite ai loro interessi tramite la strumentalizzazione della logica del libero mercato e della relativa privatizzazione, si uniranno ad Arabia Saudita, Gran Bretagna e USA per accusare la Russia di voler predare le ricchezze energetiche del Medio Oriente.
Con un linguaggio attualizzato (parole sottolineate e fra parentesi) riporto qui la scrittura che definisce gli schieramenti della battaglia di Harmaghedon e che si trova in Ezechiele 38:13-16:
“Sceba, Dedan (Arabia Saudita), i mercanti di Tarsis (compagnie petrolifere occidentali, FMI e Banca Mondiale) e tutti i suoi leoncelli (Gran Bretagna e USA) ti diranno: -Vieni tu per far bottino? Hai tu adunato la tua moltitudine per predare, per portar via l’argento e l’oro, per pigliare bestiame e beni, per fare un gran bottino? – Perciò figliuol d’uomo, profetizza, e di’ a Gog (capo della Russia): Così parla il Signore, l’Eterno: In quel giorno, quando il mio popolo d’Israele dimorerà al sicuro, tu lo saprai; e verrai dal luogo dove stai, dall’estremità del settentrione (Mosca), tu con de’ popoli numerosi teco, tutti quanti a cavallo, una grande moltitudine, un potente esercito; e salirai contro il mio popolo d’Israele, come una nuvola che sta per coprire il paese. Questo avverrà alla fine de’ giorni: io ti condurrò contro il mio paese affinché le nazioni mi conoscano, quand’io mi santificherò in te sotto gli occhi di loro, o Gog! (capo della Russia)”
Tutte le nazioni
Tutte le nazioni saranno direttamente o indirettamente coinvolte in questa disputa, (Zaccaria 14:2) in quanto tutte sono interessate all’indispensabile approvvigionamento energetico. Questo coinvolgimento si espliciterà con una guerra contro Gerusalemme per distruggere la nazione di Israele che hanno già spartito fra loro (Gioele 3:2) per esigenze geopolitiche verso le ricchezze del Medio Oriente.
Ci sono i paesi che hanno interesse ad estrarre il petrolio ed il gas per immetterli sul mercato, ce ne sono altri che hanno interesse a lucrare sul trasporto di queste fonti di energia ed altri che sono solo utenti finali, interessati pertanto a tenere basso il prezzo d’acquisto finale, e non esiste nazione che non faccia parte di una o più di queste tre opzioni. Quando le scritture profetizzano che tutte le nazioni saranno coinvolte in questa battaglia finale, non fanno altro che affermare una realtà lapalissiana che all’epoca di Ezechiele non poteva apparire tale e tantomeno poteva essere spiegata, non esistendo allora la problematica politica derivante dalla geoenergetica.
Conseguenze
I due profeti
Una questione sollevata da chi studia le visioni profetiche è questa: come potrà una nazione tanto piccola qual’è la moderna Israele resistere agli eserciti riuniti del mondo intero? La risposta si trova nella comprensione del ruolo di due importanti protagonisti di questi grandi eventi:
“E io darò ai miei due testimoni di profetare, ed essi profeteranno per milleduecentosessanta giorni, vestiti di cilicio. …… Essi hanno il potere di chiudere il cielo onde non cada pioggia durante i giorni della loro profezia; e hanno potestà sulle acque di convertirle in sangue, potestà di percuotere la terra di qualunque piaga, quante volte vorranno.” (Apocalisse 11:3; 6).
Il loro potere miracoloso sembra essere la forza che impedirà a Gog e al suo esercito di avere successo nel distruggere Israele.
Questi profeti avranno il potere simile a quello che ebbe Elia che chiamò il fuoco dal cielo per consumare i suoi nemici o come quello che ebbe Mosè che con il potere della sua parola colpi gli egiziani con piaghe e morte.
Giovanni spiega che, alla fine, i due profeti saranno uccisi dagli eserciti di Gog e che la loro morte metterà Israele in una posizione estremamente critica, mentre i loro corpi saranno abbandonati per “tre giorni e mezzo” sulle strade di Gerusalemme, durante i quali gli eserciti di Gog saccheggeranno la città e celebreranno l’avvenimento. Cionondimeno, proprio nel momento in cui Israele sembrava per essere sterminata, i due profeti risorgeranno e la furia del Signore si scatenerà contro Magog con un terribile terremoto che interesserà tutta la terra cambiandone la superficie, ed il grande abisso dell’Oceano Atlantico ritornerà al suo posto a settentrione e la terrà tornerà di nuovo unita (vedere la sezione Swelling Shift Back).
A questo punto gli eserciti di Gog si rivolteranno gli uni contro gli altri (Ezechiele 38:21), forse presi dal panico e dalla confusione a causa del grande terremoto.
Ezechiele profetizza che una grande pioggia di fuoco e di grandine cadrà sull’esercito e sul paese di Magog; descrizione questa che può benissimo rispecchiare una guerra atomica, in quanto solo un sesto dell’esercito invasore sopravviverà.
Distruzione di Gog e Magog
Nel libro di Ezechiele al capitolo 38:3 il Signore dice: “Io sono contro di te, Gog, principe di Mesech e Tubal”. I capi di Magog (intendi Russia) formuleranno cattivi pensieri contro Israele (Ezechiele 38:10), e Magog verrà come una tempesta e come una nube per coprire la terra (Ezechiele 38:9-16). La nazione di Magog sarà ben decisa a conquistarsi un più facile accesso al Mar Mediterraneo, e più di qualsiasi altra cosa vorrà controllare il petrolio del Medio Oriente e rendere sicuri i suoi gasdotti ed oleodotti.
Magog ed il suo capo Gog essendo una nazione così vasta e potente, sarà usata dal Signore per portare sullo stato d’Israele un giudizio prima di essere essa stessa giudicata.
Il Signore ha tenuto in serbo ancora molte avversità per gli Ebrei, che deriveranno dallo scontro con Magog, affinché essi finalmente si rivolgano a Gesù Cristo per avere aiuto. Nel frattempo, però, ci sarà anche una catastrofe che si abbatterà su Magog perché essa è dichiaratamente contro Dio, e l’ateismo è praticamente la sua religione ufficiale. È in Gioele 2:20 che viene descritta la fine di Magog:
“Allontanerò da voi il nemico che viene dal settentrione e lo caccerò in una terra arida e desolata; la sua avanguardia, verso il mare orientale; la sua retroguardia, verso il mare occidentale; la sua infezione salirà, salirà il suo fetore, perché ha fatto cose grandi”.
Da questa scrittura si può dedurre che Magog verrà confinata nel territorio desolato della Siberia, che confina ad occidente con il mare di Barents e ad oriente con il mare di Bering. Il fetore della carne putrefatta dei morti sarà indescrivibilmente grande, poiché le conseguenze di questa battaglia saranno così disastrose che le bombe di Hiroshima e Nagasaki saranno niente a confronto.
Giuda si convertirà in un giorno
Quando Gesù Cristo poserà i piedi sul monte degli Ulivi e apparirà ai Giudei essi lo adoreranno come il grande Liberatore e Conquistatore a lungo atteso dal loro popolo; e mentre amore, gratitudine, timore e ammirazione riempiranno il loro petto, il Liberatore mostrerà loro i segni della Sua crocifissione e si rivelerà come Gesù di Nazaret che essi avevano disprezzato e che i loro padri avevano messo a morte. Allora l’incredulità lascerà la loro anima e la cecità che in parte ha afflitto i Giudei sarà rimossa. (2)
La fine della battaglia di Harmaghedon segnerà la fine dei malvagi e l’inizio dell’era millenaria.
La geografia
Egoismo e cupidigia
Un anno dopo l’organizzazione della Chiesa il Signore disse che presto la pace sarebbe stata tolta dalla terra:
“…l’ora non è ancora arrivata, ma è prossima, in cui la pace sarà tolta dalla terra e il diavolo avrà potere sul suo proprio dominio.” (D&A 1:35).
Oggi la pace è stata tolta dal mondo e non vi farà più ritorno finché Cristo non verrà a riportarvela. Da più di un secolo nel mondo ci sono continuamente guerre.
Paolo dichiara per profezia che il giorno in cui avverranno queste guerre la gente invocherà “pace e sicurezza”. Il compimento di questa profezia è talmente reale che il popolo, per contrastare le guerre, ha realizzato anche una bandiera della pace, con i colori dell’arcobaleno.
Ogni nazione lotta e contrasta con le altre, cercando di stipulare accordi sia politici che economici, stabilendo convenzioni ed organizzando conferenze per la pace, leghe fra i paesi, e quant’altro possa essere utile in tal senso.
Tutto ciò, nonostante le buone intenzioni, non può però produrre un effetto positivo poiché non si basa sui principi fondamentali dai quali dovrebbe scaturire una pace effettiva e duratura.
Finché l’uomo avrà nel cuore l’egoismo e la cupidigia, il desiderio del potere e della ricchezza, dimenticando tutto ciò che proviene ed appartiene al regno di Dio, la pace non regnerà e prevarranno i litigi, le contese, le lotte e le guerre.
La vera molla che porta oggi le persone a ricercare la pace, è essenzialmente la paura, in quanto nel loro cuore non c’è amore per Dio. L’empietà, il desiderio di possedere, lo spirito di cupidigia e l’istinto di approfittarsi degli altri hanno generato uno stato di irrequietezza che sfocia nella droga, nell’alcol e nell’immoralità. In sintesi si è perduta la pace perché si è respinto il Vangelo. (1)
La battaglia di Harmaghedon
Come si legge nei capitoli 38 e 39 di Ezechiele, prima della Seconda Venuta di Cristo, ci sarà una grande guerra, chiamata Harmaghedon (Apocalisse 16:15-21).
Quanto, al tempo in cui essa avverrà esso non è rivelato. Gesù Cristo ha dichiarato che neppure gli angeli del cielo conoscono il giorno o l’ora in cui Egli farà la Sua apparizione, ma soltanto il Padre.
La battaglia finale di Harmaghedon annienterà completamente tutte le nazioni (D&A 87:6); e l’assedio di Gerusalemme porrà fine all’ultima guerra, come predissero Ezechiele, Gioele e Daniele.
Una cosa che questi profeti ci fanno chiaramente capire è che il grande conflitto finale prima dell’avvento di Cristo terminerà con l’assedio di Gerusalemme. Il Signore dichiarò a Gioele:
“Poiché ecco, in quei giorni, in quel tempo, quando ricondurrò dalla cattività quei di Giuda e di Gerusalemme, io radunerò tutte le nazioni, e le farò scendere nella valle di Giosafat; e verrò quivi in giudizio con esse, a proposito del mio popolo e d’Israele, mia eredità, ch’esse hanno disperso fra le nazioni, e del mio paese che hanno spartito fra loro.” (Gioele 3:1-2).
Da questa scrittura si capisce che, quando gli eserciti si raduneranno in Palestina, sarà il momento in cui il Signore verrà in giudizio e si stabilirà per sempre nella Sua antica terra. Questo avverrà nel bel mezzo della battaglia finale e quando una parte di Gerusalemme cadrà con conseguenze spaventose per i suoi abitanti. Avverrà in quel momento un grande terremoto, il Monte degli Ulivi si spaccherà in due, e il popolo perseguitato fuggirà in questa valle per trovarvi scampo: in quel momento arriverà il Salvatore.
In quel tempo si avrà la redenzione dei Giudei. Gerusalemme sarà riedificata e diventerà una città santa e coloro che avranno stretto d’assedio il paese saranno distrutti. (Zaccaria 11; 12; 13; 14; Ezechiele 38; 39; Sofonia 3; D&A 29; 45; 113.)
Ezechiele nei capitoli 38 e 39 ci ha descritto nei particolari la grande battaglia che precederà la venuta del Figliuol dell’Uomo per regnare sulla terra.
Luogo della battaglia
A circa 110 kilometri a nord di Gerusalemme si trova l’antica città di Megiddo (adesso chiamata Tell el-Mutesellim).
In questa località nord-centrale della Palestina, Megiddo domina la grande pianura di Esdraelon, un’area di circa 1000 km quadrati, nella quale anticamente hanno avuto luogo molte famose battaglie. Megiddo è la più vecchia forma Ebrea di Harmageddon che significa il monte o la Collina di Megiddo o la Collina delle Battaglie; questa è la “valle di Megiddo” menzionata in Zaccaria (Zaccaria 12:11).
La battaglia inizierà in quest’area per poi allargarsi ampiamente alle aree circostanti.
Geografia della battaglia
Per comprendere quali saranno le nazioni ed i territori limitrofi alla Palestina che avranno un ruolo determinante in quest’ultima battaglia, riporto qui una tabella esplicativa che traduce in un linguaggio attualizzato quanto richiamato nelle Sacre Scritture:
- Gog: capo della Russia
- Magog: Russia (mongoli)
- Mescec: tribù dell’antica zona di Mosca
- Tubal: città russa di Tobolsk sul fiume Tobol
- Sheba e Dedan: Arabia Saudita
- Leoncelli: Gran Bretagna e USA
- Persia: Iran, Iraq, Afghanistan
- Gomer: Cimmeri, popolo di una zona orientale del Mar Nero
- Togarma: Turchia (Armenia), Europa sud orientale
- Tarsis: città Turca che utilizzava il porto di Tiro per i suoi commerci
Al fine di chiarire i termini sopra indicati, riporto qui i versetti di Ezechiele 38:1-3 che recitano:
“E la parola dell’Eterno mi fu rivolta in questi termini: Figliuol d’uomo, volgi la tua faccia verso Gog del paese di Magog, principe sovrano di Mescec e di Tubal, e profetizza contro di lui, e di: Così parla il Signore, l’Eterno: Eccomi da te, o Gog, principe sovrano di Mescec e di Tubal!”
Gog è citato come il capo che comanda nel paese di Magog e risiede a Mescec (Mosca). La parola Magog dà origine alla parola “mongolo”, in quanto i greci hanno chiamato questa etnia “Magogites”, che indica la popolazione russa insediatasi nelle zone dell’Armenia nel sud della Russia. Un altro esempio ci viene dal termine arabo usato per la grande muraglia cinese che è “il muro di Al Magog”, in quanto è stato eretto con l’intenzione di protergesi dagli eserciti di Magog. I discendenti di questa etnia includono i tartari (repubblica Russa dei Tatari), i cosacchi, i calmucchi (repubblica Russa dei Calmucchi sul Mar Caspio) e i mongoli.
Tubal è una zona della Russia chiamata oggi Tobolsk che si trova a oriente dei Monti Urali.
Sceba e Dedan sono discendenti di Sem e hanno abitato la regione conosciuta oggi come Arabia Saudita.
Con il nome Gomer vengono indicati i discendenti di Jafet, indicati anche dalle cronache tardo-Assiri con la parola Gimirrai e che sono l’antica popolazione dei Cimmeri abitanti le steppe eurasiatiche. All’epoca di Ezechiele, lungo la costa sud orientale del Mar Nero, vi era una regione chiamata Cimmeria (antica Crimea).
Il simbolo della Gran Bretagna è il Leone con la madre leonessa che si trova sulle coniature della Bretagna, il suo stemma reale è su ogni divisa militare inglese. Molti giornalisti moderni si sono riferiti alle colonie come a “giovani leoni”. Pertanto la parola leoncelli potrebbe riferirsi alle colonie o ex colonie della Gran Bretagna come gli Stati Uniti.
I capi della Russia formuleranno cattivi pensieri contro Israele (Ezechiele 38:10) e la Russia verrà come una nuvola per coprire il paese (Ezechiele 38:16), data la sua necessità di acquistarsi un facile accesso al Mediterraneo per controllare il Medio Oriente ed il petrolio che possiede. In pratica la Russia ha solo un passaggio per far trasferire le sue truppe dalle repubbliche russe a Gerusalemme e cioè la stretta lingua di terra delimitata dalla costa orientale del Mar Nero alla costa occidentale del Mar Caspio.
Essa potrà avanzare con il suo esercito coinvolgendo i popoli discendenti dell’antica Cimmeria e dell’Armenia parcellizzati oggi in tanti piccoli stati come la repubblica russa dei Tartari, repubblica dei Calmuchi, Cosacchi, repubbliche di etnia mongola, ecc. Dalla parte Sud del Mar Caspio, invece, potranno avanzare gli eserciti relativi al territorio della vecchia Persia: Iran, Iraq e Afghanistan.
Le cause
Vieni tu per far bottino?
Ezechiele nel pronunciare questa interrogazione, “Vieni tu per far bottino?” ha centrato il vero motivo per cui si fanno le guerre, contrariamente alle motivazioni ufficialmente addotte da chi le promuove.
Agli occhi dell’opinione pubblica, avere una “giusta causa” è importante in quanto una guerra è "definita giusta" se è mossa su basi morali, etiche o religiose; quando però è mossa da motivi puramente economici, ed è dettata dall’egoismo e dalla cupidigia, diventa una guerra ingiusta e impopolare.
Ezechiele non presenta la battaglia di Harmaghedon come una guerra di religione, ma come essa in realtà sarà: vale a dire una guerra economica, dettata dall’ingordigia di accaparrarsi il bottino!
Un esempio sono le Crociate, presentate spesso dagli storici come spedizioni militari religiose promosse dai cristiani che cercavano di mettere in fuga i turchi “infedeli” dalla Terra Santa. Il vero motivo invece era economico per combattere il dominio delle società mercantili musulmane che avevano il totale controllo delle vie commerciali orientali.
Un altro esempio è fornito dall’attuale conflitto condotto dagli USA come “guerra al terrorismo” o guerra di religione e scontro di civiltà ufficialmente volto a proteggere il mondo civilizzato, mentre in realtà esso mira ad assicurarsi il controllo industriale sulle enormi ricchezze energetiche del Medio Oriente, ed ad imporre allo stesso tempo, sotto l’egida del FMI e della Banca Mondiale la privatizzazione delle imprese statali e il trasferimento delle risorse economiche dei Paesi nelle mani del capitale estero.
Tutto ciò viene realizzato tramite lo smembramento degli Stati destinati ad essere trasformati in territori economicamente aperti e con confini internazionali secondo le linee etniche, per giustificarne l’azione, in linea con gli interessi delle multinazionali petrolifere che sotto l’egida del libero mercato “fanno bottino”. In questo modo è stata ridefinita un ipotesi di mappa del Medio Oriente (fig. 86) e utilizzata dalla NATO per l’addestramento degli alti ufficiali, in quanto la politica energetica è sempre più anche politica militare.
In sostanza le motivazioni che porteranno tutte le nazioni, di cui già si vedono i segnali, alla battaglia di Harmaghedon saranno esclusivamente di ordine economico e in realtà scaturiscono pertanto dall’obbiettivo di controllare le fonti energetiche (pozzi, oleodotti e gasdotti).
I gasdotti
South Stream
È il progetto di un’opera faraonica, con un tratto sottomarino di 900 chilometri che partirà dalle coste russe sul Mar Nero (Beregovaya), che attraverserà ad una profondità fino anche di 2000 metri, per arrivare in Bulgaria. Si dividerà poi in due tronconi: uno diretto verso il Sud Italia attraverso la Grecia e l’Albania con arrivo ad Otranto, l’altro verso l’Italia settentrionale attraverso la Romania, Ungheria ed Austria, con arrivo a Tarvisio. Quest’opera sarà realizzata da Eni (Italia) e Gazprom (Russia).
Nord Stream
È un mega gasdotto dedicato al Nord Europa ed in particolare alla Germania, con grosse prospettive poiché le consentirà di rinunciare al nucleare civile per la produzione di energia elettrica; esso servirà anche i Paesi Baltici e la Gran Bretagna, che avranno delle bretelle sottomarine dedicate. Passerà sul suolo russo e sul fondo del Baltico. Sono coinvolti Basf e E.On e Gazprom. Sarà realizzato dalla società tedesca Nordeuropäische Gas Pipeline Gesellschaft.
Blue Stream
È un gasdotto prettamente sud europeo destinato all’Italia. Nella sua realizzazione sono coinvolti Eni, Saipem e Gazprom; il tratto russo fino al Mar Egeo (non molto gradito all’Iran) è gia stato inagurato.
Nabucco
È un gasdotto che, attraversando il Mar Caspio, la Turchia e i Balcani dovrebbe portare in Europa il gas kazako, turkmeno e azero. È un progetto sponsorizzato dagli Usa e dalla Ue la quale ha una politica energetica distante da quella dei suoi stati membri: questo è un alternativa ai gasdotti russi. Altri parttner per questo progetto potrebbero essere Kazakistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Queste nazioni sono però anche corteggiate dalla Russia per fare un suo gasdotto del Caspio.
Questo sintetico quadro della situazione progettuale dei vari gasdotti evidenzia enormi difficoltà causate dal fatto che il tragitto più breve dovrebbe attraversare territori dilaniati da molte tensioni etniche e politiche. La stessa situazione si ha per quanto riguarda gli oleodotti di nuova progettazione.
Questa situazione diventa sempre più esplosiva a causa del forte conflitto generato da queste politiche energetiche fra i due principali contendenti: Usa e Russia.
Da evidenziare anche che in tante di queste iniziative sono coinvolte direttamente o indirettamente personalità politiche di primo livello diventando così anche un grosso problema di conflitto d’interessi.
Un territorio che scotta
La striscia di terra che va dal Mar Nero al Mar Caspio, diventerà nei prossimi anni sempre più una terra strategica per chi vuol “far bottino”. In questi ultimi anni ci sono state già molte guerre (fig. 87) che hanno surriscaldato e posto all’attenzione mondiale questo territorio attraversato dalla catena dei monti del Caucaso. La sua recente e travagliata storia geopolitica alla luce della profezia di Ezechiele induce a serie riflessioni.
Le nazioni di questa zona sono divise fra l’influenza dei paesi della NATO e di quella Russa; qust’influenza è legata all’interesse per il petrolio ed il gas naturale e i relativi oleodotti e gasdotti che attraversano il territorio e vanno verso l’Europa, quest’interesse pressante dà origine a tensioni molto forti che coinvolgono tutte le nazioni.
Il Caucaso è una regione che sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel nuovo scacchiere energetico mondiale e la Georgia, pur non producendo petrolio, è un corridoio cruciale per il greggio del Mar Caspio destinato ai mercati occidentali. Attraverso questa zona, infatti, passa il secondo oleodotto più grande del mondo, che porta il greggio caucasico dal terminal di Baku a quello turco di Ceyhan nel Mediterraneo, proprio via Tbilisi (Georgia).
Sempre nella Georgia dovrebbe passare il nuovo gasdotto europeo Nabucco: un’opera gigantesca che ha l’obiettivo di far affluire il gas turkmeno, azero e kazako in Europa senza passare per il territorio russo. Questo progetto sta trovando un forte ostruzionismo da parte della Russia. In sostanza questo è l’oggetto del contendere: chi porterà sui ricchi mercati occidentali il gas turkmeno e kazako e chi avrà il controllo dei prezzi lungo il percorso tra i giacimenti caucasici e le reti di trasporto europee? Chi avrà cioè la possibilità di “far bottino”?
Certo Ezechiele con la sua profezia relativa agli Ultimi Giorni non poteva scegliere un territorio più caldo e strategico di questa striscia di terra abitata da una miriade di etnie e religioni (fig. 88). Esse contribuiscono ad una facile strumentalizzazione dei conflitti provocati dai paesi “predoni”, per raffigurare la zona di provenienza degli eserciti che combatteranno contro Israele e che porteranno alla realizzazione dello scenario profetizzato e annunciante la Seconda Venuta di Gesù Cristo (fig. 89).
Il ruolo d’Israele
Perché tutte queste nazioni si coalizzeranno tutte contro Israele? Questa nazione non è una produttrice di petrolio o di gas, è vero, ma sta diventando sempre di più uno stato chiave nel campo della geoenergetica e della relativa politica. Adesso esso fa parte dell’asse militare Anglo-Americana (i “leoncelli”, come li chiama Ezechiele) che serve gli interessi dei giganti occidentali del petrolio del Medio Oriente e dell’Asia Centrale. Non c’è pertanto da sorprenderci se Israele ha anche un accordo di cooperazione militare con la scottante Georgia e l’Arzebagian che sono i due Stati che rappresentano il più importante nodo di distribuzione del petrolio e del gas caucasico.
Esiste, da parte di Israele e in collaborazione con la Turchia, un progetto di oleodotti passanti sotto l’acqua del Mar Mediterraneo, dal porto di Ceyhan a quello di Ashkelon, al fine di tagliare fuori i paesi arabi come Siria e Libano. Da Ashkelon inizierà un grande sistema di oleodotti che porterà il petrolio verso il Mar Rosso (fig. 90). L’obiettivo di Israele, infatti, non è solo quello di acquisire il petrolio del Mar Caspio per il proprio consumo, ma è soprattutto quello di avere un ruolo determinante nella riesportazione del petrolio agli emergenti mercati dell’Asia, attraverso il porto di Eilat sul Mar Rosso. Questa ambiziosa e lucrosa strategia implica un reinstradamento di grandissima portata del petrolio del Mar Caspio, il tutto fra numerose conflittualità latenti che diventano un'altra causa di guerra in Libano questi oleodotti, che partono da Baku (Arzebagian) e arrivano al Mar Rosso, in realtà bypassano totalmente i territori russi e iraniani.
Israele ha inoltre intenzione di potenziare quest’oleodotto per portare, oltre al petrolio, anche gas, acqua ed elettricità: dalla città Turca di Ceyhan partirebbero così ben quattro condutture ed il gas e il petrolio arriverebbero via mare fino all’India. Ciò crea ulteriore conflittualità con l’Iran, in quanto il tragitto molto più breve per il petrolio del Caucaso destinato all’India sarebbe stato quello passante per i territori dell’antica Persia.
Ce ne più che a sufficienza per tirarsi addosso l’odio e l’invidia dei capi di molte nazioni… e non certo per motivi religiosi come l’opinione pubblica viene strumentalizzata a pensare, bensì come profetizza Ezechiele, solo “per far bottino”!
I moderni “commercianti di Tarsis”
I mercanti di Tarsis, menzionati nella scrittura (Ezechiele 38:13), rappresentavano in pratica tutti quegli intermediari che commerciavano con il porto fenicio di Tiro (citta del Libano) e la sua flotta marina che era molto probabilmente di proprietà di Tarsis (Ezechiele 28:25). Tarsis non disponendo di un porto, utilizzava quello fenicio, e forniva di ogni genere di merce i propri mercati del Mediterraneo come Siria, Israele, Giuda, Egitto, Libia, Turchia, ecc. fino a raggiungere paesi come la Bretagna e quelli che si trovavano lungo la costa nord occidentale dell’Africa.
Infatti in Ezechiele 27:12 riferendosi a Tiro scrive:
“Tarsis traffica teco con la sua abbondanza d’ogni sorta di ricchezze; fornisce i tuoi mercati d’argento, di ferro, di stagno e di piombo.”
Chi possiamo assimilare oggi ai “commercianti di Tarsis”? Rimanendo nella logica della geoenergetica, che sembra la causa più accreditata della battagia di Harmaghedon, questi commercianti non possono essere che le grandi compagnie occidentali del petrolio e del gas, nonchè le compagnie che provvedono alla distribuzione (British Gas, British Petroleum, Mobil, Shell, Total, Eni, Yamal-europe pipeline, Nordeuropäische Gas Pipeline Gesellschaft, ecc.) unitamente al FMI e alla Banca Mondiale. Questi ovviamente non commerciano con il porto di Tiro, bensì con tutti quei paesi fornitori che estraggono il petrolio ed il gas e quei paesi, fornitori di logistica distributiva, su cui passano gli oleodotti e i gasdotti nonché i paesi acquirenti che sono gli utenti finali di questi due prodotti.
Tutti questi commercianti, tramite le loro nazioni che sono asservite ai loro interessi tramite la strumentalizzazione della logica del libero mercato e della relativa privatizzazione, si uniranno ad Arabia Saudita, Gran Bretagna e USA per accusare la Russia di voler predare le ricchezze energetiche del Medio Oriente.
Con un linguaggio attualizzato (parole sottolineate e fra parentesi) riporto qui la scrittura che definisce gli schieramenti della battaglia di Harmaghedon e che si trova in Ezechiele 38:13-16:
“Sceba, Dedan (Arabia Saudita), i mercanti di Tarsis (compagnie petrolifere occidentali, FMI e Banca Mondiale) e tutti i suoi leoncelli (Gran Bretagna e USA) ti diranno: -Vieni tu per far bottino? Hai tu adunato la tua moltitudine per predare, per portar via l’argento e l’oro, per pigliare bestiame e beni, per fare un gran bottino? – Perciò figliuol d’uomo, profetizza, e di’ a Gog (capo della Russia): Così parla il Signore, l’Eterno: In quel giorno, quando il mio popolo d’Israele dimorerà al sicuro, tu lo saprai; e verrai dal luogo dove stai, dall’estremità del settentrione (Mosca), tu con de’ popoli numerosi teco, tutti quanti a cavallo, una grande moltitudine, un potente esercito; e salirai contro il mio popolo d’Israele, come una nuvola che sta per coprire il paese. Questo avverrà alla fine de’ giorni: io ti condurrò contro il mio paese affinché le nazioni mi conoscano, quand’io mi santificherò in te sotto gli occhi di loro, o Gog! (capo della Russia)”
Tutte le nazioni
Tutte le nazioni saranno direttamente o indirettamente coinvolte in questa disputa, (Zaccaria 14:2) in quanto tutte sono interessate all’indispensabile approvvigionamento energetico. Questo coinvolgimento si espliciterà con una guerra contro Gerusalemme per distruggere la nazione di Israele che hanno già spartito fra loro (Gioele 3:2) per esigenze geopolitiche verso le ricchezze del Medio Oriente.
Ci sono i paesi che hanno interesse ad estrarre il petrolio ed il gas per immetterli sul mercato, ce ne sono altri che hanno interesse a lucrare sul trasporto di queste fonti di energia ed altri che sono solo utenti finali, interessati pertanto a tenere basso il prezzo d’acquisto finale, e non esiste nazione che non faccia parte di una o più di queste tre opzioni. Quando le scritture profetizzano che tutte le nazioni saranno coinvolte in questa battaglia finale, non fanno altro che affermare una realtà lapalissiana che all’epoca di Ezechiele non poteva apparire tale e tantomeno poteva essere spiegata, non esistendo allora la problematica politica derivante dalla geoenergetica.
Conseguenze
I due profeti
Una questione sollevata da chi studia le visioni profetiche è questa: come potrà una nazione tanto piccola qual’è la moderna Israele resistere agli eserciti riuniti del mondo intero? La risposta si trova nella comprensione del ruolo di due importanti protagonisti di questi grandi eventi:
“E io darò ai miei due testimoni di profetare, ed essi profeteranno per milleduecentosessanta giorni, vestiti di cilicio. …… Essi hanno il potere di chiudere il cielo onde non cada pioggia durante i giorni della loro profezia; e hanno potestà sulle acque di convertirle in sangue, potestà di percuotere la terra di qualunque piaga, quante volte vorranno.” (Apocalisse 11:3; 6).
Il loro potere miracoloso sembra essere la forza che impedirà a Gog e al suo esercito di avere successo nel distruggere Israele.
Questi profeti avranno il potere simile a quello che ebbe Elia che chiamò il fuoco dal cielo per consumare i suoi nemici o come quello che ebbe Mosè che con il potere della sua parola colpi gli egiziani con piaghe e morte.
Giovanni spiega che, alla fine, i due profeti saranno uccisi dagli eserciti di Gog e che la loro morte metterà Israele in una posizione estremamente critica, mentre i loro corpi saranno abbandonati per “tre giorni e mezzo” sulle strade di Gerusalemme, durante i quali gli eserciti di Gog saccheggeranno la città e celebreranno l’avvenimento. Cionondimeno, proprio nel momento in cui Israele sembrava per essere sterminata, i due profeti risorgeranno e la furia del Signore si scatenerà contro Magog con un terribile terremoto che interesserà tutta la terra cambiandone la superficie, ed il grande abisso dell’Oceano Atlantico ritornerà al suo posto a settentrione e la terrà tornerà di nuovo unita (vedere la sezione Swelling Shift Back).
A questo punto gli eserciti di Gog si rivolteranno gli uni contro gli altri (Ezechiele 38:21), forse presi dal panico e dalla confusione a causa del grande terremoto.
Ezechiele profetizza che una grande pioggia di fuoco e di grandine cadrà sull’esercito e sul paese di Magog; descrizione questa che può benissimo rispecchiare una guerra atomica, in quanto solo un sesto dell’esercito invasore sopravviverà.
Distruzione di Gog e Magog
Nel libro di Ezechiele al capitolo 38:3 il Signore dice: “Io sono contro di te, Gog, principe di Mesech e Tubal”. I capi di Magog (intendi Russia) formuleranno cattivi pensieri contro Israele (Ezechiele 38:10), e Magog verrà come una tempesta e come una nube per coprire la terra (Ezechiele 38:9-16). La nazione di Magog sarà ben decisa a conquistarsi un più facile accesso al Mar Mediterraneo, e più di qualsiasi altra cosa vorrà controllare il petrolio del Medio Oriente e rendere sicuri i suoi gasdotti ed oleodotti.
Magog ed il suo capo Gog essendo una nazione così vasta e potente, sarà usata dal Signore per portare sullo stato d’Israele un giudizio prima di essere essa stessa giudicata.
Il Signore ha tenuto in serbo ancora molte avversità per gli Ebrei, che deriveranno dallo scontro con Magog, affinché essi finalmente si rivolgano a Gesù Cristo per avere aiuto. Nel frattempo, però, ci sarà anche una catastrofe che si abbatterà su Magog perché essa è dichiaratamente contro Dio, e l’ateismo è praticamente la sua religione ufficiale. È in Gioele 2:20 che viene descritta la fine di Magog:
“Allontanerò da voi il nemico che viene dal settentrione e lo caccerò in una terra arida e desolata; la sua avanguardia, verso il mare orientale; la sua retroguardia, verso il mare occidentale; la sua infezione salirà, salirà il suo fetore, perché ha fatto cose grandi”.
Da questa scrittura si può dedurre che Magog verrà confinata nel territorio desolato della Siberia, che confina ad occidente con il mare di Barents e ad oriente con il mare di Bering. Il fetore della carne putrefatta dei morti sarà indescrivibilmente grande, poiché le conseguenze di questa battaglia saranno così disastrose che le bombe di Hiroshima e Nagasaki saranno niente a confronto.
Giuda si convertirà in un giorno
Quando Gesù Cristo poserà i piedi sul monte degli Ulivi e apparirà ai Giudei essi lo adoreranno come il grande Liberatore e Conquistatore a lungo atteso dal loro popolo; e mentre amore, gratitudine, timore e ammirazione riempiranno il loro petto, il Liberatore mostrerà loro i segni della Sua crocifissione e si rivelerà come Gesù di Nazaret che essi avevano disprezzato e che i loro padri avevano messo a morte. Allora l’incredulità lascerà la loro anima e la cecità che in parte ha afflitto i Giudei sarà rimossa. (2)
La fine della battaglia di Harmaghedon segnerà la fine dei malvagi e l’inizio dell’era millenaria.
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