Malachia, vissuto circa 400 anni prima di Cristo, è stato un profeta di Dio.
Attenzione, però, a non confonderlo con il vescovo irlandese Malachia che è vissuto intorno al 1140 d. c. e che, secondo i cattolici, profetizzò con la collaborazione di S. Bernardo, le successioni dei papi. Questo vescovo irlandese non aveva i requisiti per essere un vero profeta di Dio, in quanto non era stato chiamato da Lui. Per ulteriore comprensione di questa precisazione vedere quanto ho scritto al capitolo “Livello di autorità”.
Il libro di Malachia, con cui si chiude il Vecchio Testamento, è molto breve e, secondo il cristianesimo tradizionale, si evidenzia in modo particolare per le profezie di questo profeta relative ad un “messaggero” che preparerà la strada all’avvento del Messia, cioè alla nascita e alla missione di Gesù Cristo.
Quest’interpretazione del tutto errata e l’evidente contraddizione che ne deriva, contribuiscono a creare confusione, rafforzando gli scettici.
Malachia dice:
“Poiché, ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; e tutti i superbi e chiunque opera empiamente saranno come stoppia; e il giorno che viene li divamperà, dice l’Eterno degli eserciti, e non lascerà loro né radice né ramo. Ma per voi che temete il mio nome si leverà il sole della giustizia, e la guarigione sarà nelle sue ali.” (Malachia 4:1-2).
La fatale profezia si conclude con la seguente benedetta e lungimirante promessa:
“Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore de’ figliuoli verso i padri, ond’io venendo, non abbia a colpire il paese di sterminio.” (Malachia 4:5-6).
E’ stato sostenuto dai teologi e dai commentatori biblici che questa predizione si riferisce alla nascita e al ministero di Giovanni Battista su cui aleggiava lo spirito e il potere di Elias. Tuttavia, noi non abbiamo alcuna notizia che Elia abbia assistito il Battista, ed inoltre il ministero di quest’ultimo, per quanto glorioso, non giustifica la conclusione che in lui la profezia avrebbe trovato il suo completo adempimento. In aggiunta, si dovrebbe ricordare come la dichiarazione del Signore resa per mezzo di Malachia e relativa al fatto in cui i malvagi divamperanno come stoppia, attenda ancora il suo compimento. E’ chiaro, quindi, che l’interpretazione comunemente accettata non è quella esatta e che per l’adempimento della predizione di Malachia dobbiamo cercare un periodo successivo al tempo di Giovanni.
Questo periodo successivo è venuto; esso appartiene alla dispensazione attuale e segna l’inizio di un’opera particolarmente riservata alla Chiesa in questi ultimi giorni.
In una gloriosa visione, a Joseph Smith e ad Oliver Cowdery, nel tempio di Kirtland, nell’Ohio, il 3 aprile 1836, apparve l’antico profeta Elia che fu sottratto alla terra senza passare attraverso la morte. Egli dichiarò loro:
“Ecco, è pienamente arrivato il tempo di cui parlò la bocca di Malachia, quando disse che egli, Elia, sarebbe mandato prima del terribile giorno del Signore – Per rivolgere i cuori dei padri ai figli e quelli dei figli verso i padri, per tema che tutta la terra non sia colpita di maledizione. Le chiavi di questa dispensazione sono dunque messe fra le vostre mani; e da questo voi potrete sapere che il giorno grande e terribile del Signore è prossimo, anzi alla porta.” (D&A 110:14-16).
Per meglio focalizzare l’importanza della profezia di Malachia dobbiamo tornare alle ultime parole del primo versetto del capitolo 4:
“… il giorno che viene li divamperà, dice l’Eterno degli eserciti, e non lascerà loro né radici né ramo.”
Egli intendeva dire che, se non pensiamo ed agiamo alla maniera del Signore, bensì malvagiamente, saremo distrutti.
Cosa si intende con la parola radici? Le nostre radici sono le nostre origini, i nostri genitori, i nostri progenitori o antenati, in linea ascendente diretta. Il sangue che scorre nelle nostre vene ci è pervenuto attraverso nostro padre e nostra madre, attraverso le nostre nonne e i nostri nonni e così via risalendo indietro lungo la diretta ascendenza dei nostri genitori.
Cosa si intende pertanto con la parola ramo?
Se ci consideriamo come il tronco di un albero, nutrito e sostenuto dalle nostre radici, realizziamo che i rami costituiscono a sua volta ciò che ha avuto origine da noi. I nostri rami sono pertanto i nostri figli e i nostri nipoti, ecc. In altre parole i nostri rami sono i posteri che discendono da noi come i rami scaturiscono dal tronco di un albero.
Se gli uomini devono avere sia le loro radici che i loro rami dopo la risurrezione ed il giudizio, si devono allora celebrare le importanti ordinanze che serviranno a garantire tali eterni legami. Queste sono le ordinanze superiori che vengono oggi nuovamente restaurate e celebrate nei templi del Signore. Questo è il motivo per cui la Chiesa di Gesù Cristo è l’unica Chiesa che costruisce i sacri templi che dedica al lavoro del Signore per la salvezza sia dei viventi come per coloro che hanno gia lasciato questa terra.
Elia, quando apparve nel Tempio di Kirtland, restaurò le chiavi che avrebbero legato sulla terra e in cielo tutti coloro che fossero entrati nella nuova ed eterna alleanza del matrimonio. Egli riportò, quindi sulla terra, la vera autorità necessaria per insegnare e celebrare queste ordinanze e grazie a questo le famiglie possono diventare eterne. Le chiavi detenute da Elia sono rappresentate dal potere di suggellamento; ciò si può definire come un sigillo di approvazione ad ogni ordinanza celebrata dai detentori del sacerdozio della Chiesa del Signore. Questo è uno dei più grandi privilegi che l’uomo possa perseguire: il mantenere cioè intatto il proprio nucleo familiare, anche dopo la morte terrena poichè, non solo non sarà distrutto, ma non avrà fine.
L’avverarsi della profezia del profeta Malachia ha dato un grande impulso alla ricerca genealogica, al fine di poter rintracciare i nostri antenati, le nostre radici, e legarli a noi.
Nel capitolo 3 di Malachia, al versetto 1 si legge:
“Ecco, io vi mando il mio messaggero; egli preparerà la via davanti a me. E subito il Signore, che voi cercate, l’Angelo del patto, che voi bramate, entrerà nel suo tempio.”
Il messaggero che preparò la via affinché l’ ”Angelo del patto”, cioè Gesù Cristo, entrasse nel tempio fu Joseph Smith, in quanto egli fu un precursore che pose le fondamenta della Seconda Venuta mediante la restaurazione del Vangelo.
Quando il Signore verrà per la seconda volta, farà più di un’apparizione, prima di scendere sul Monte degli Ulivi nell’infuriare dell’ultima grande guerra finale, a quel tempo gli uomini lo vedranno nello stesso tempo.
Uomini che in questi ultimi tempi hanno ricoperto un ruolo di grande potere e che hanno anche una buona conoscenza delle scritture, come i presidenti americani Ronald Regan, Jimmy Carter e George Bush, hanno ritenuto che stiamo vivendo negli ultimi giorni prima della Seconda Venuta di Gesù Cristo. Inoltre, essi sono convinti che l’attuale stato d’Israele svolge un ruolo vitale nel determinare la data finale di questo evento.
Il mondo dei credenti, però, non comprende bene il fine di tutto questo, in quanto sottovaluta e male interpreta le profezie del profeta Malachia (quello dell’Antico Testamento) che possiamo definire: il “profeta delle radici familiari”.
Certamente al profeta Malachia si possono riconoscere altre rivelazioni o insegnamenti come:
-la legge della decima
-le offerte di digiuno
-i giusti comportamenti di un detentore del sacerdozio
-l’importanza di tenere il libro della rimembranza personale e familiare
-la presa di posizione contro l’adulterio
-ecc.
Tutto ciò, alla fine, concorre semplicemente a perseguire l’obiettivo finale che è quello del rafforzamento e dell’unione delle relazioni eterne nell’ambito familiare allargato.
Questa condizione finale dell’umanità, il fatto cioè che un legame tramite l’ordinanza nei templi unisca i viventi ai loro antenati, è talmente importante per il Signore che, se così non fosse, alla sua venuta la terra verrebbe distrutta.
Infatti Malachia termina il suo libro con la frase “…ond’io, venendo, non abbia a colpire il paese di sterminio”.
Questo profeta evidenzia ancora una volta che il Vangelo è focalizzato sulla qualità e sulla durata eterna dei rapporti familiari.
martedì 29 settembre 2009
MALACHIA: IL PROFETA DELLE RADICI FAMILIARI
Etichette: AVVENIMENTO DELLE SACRE SCRITTURE
MALACHIA: IL PROFETA DELLE RADICI FAMILIARI
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento