


Nel principio
In merito a queste due parole che aprono la Bibbia, dobbiamo fare almeno due importanti annotazioni:
Primo: “principio” è un termine relativo e non significa il punto d’inizio di tutta l’eternità, se invero potesse esistere una cosa simile. Il Signore, infatti, disse a Mosè che Egli avrebbe parlato soltanto in merito a questa terra (vedi Mosè 1:40). Le creazioni di Dio sono troppo numerose perché l’uomo possa annoverarle (vedi Mosè 1:37; 7:30), e molti altri mondi sono già “passati” (vedi Mosè 1:35). Così le parole “nel principio”, si riferiscono soltanto all’inizio di questa terra e non a quello di tutto l’universo. Non c’è mai stato un inizio, perché, se ci fosse stato, ci sarebbe anche una fine ma, se così fosse, non esisterebbe una eternità il che sarebbe in netto contrasto con le Sacre Scritture.
Secondo: è anche da rivelare che la creazione di questo mondo non era invero l’inizio per coloro che sarebbero venuti a viverci, poiché prima che fossero poste le fondamenta della terra, essi vivevano come figli di spirito di genitori celesti in uno stato pre-mortale di esistenza. Le Sacre Scritture, infatti, ci dicono che i nostri spiriti esistevano prima di venire su questa terra. Così tutti gli uomini sono esistiti, con un corpo spirituale, per un periodo di tempo, non sappiamo quanto lungo, prima che la nostra terra fosse creata. Sempre dalle Scritture, conosciamo che la vita doveva essere divisa in tre segmenti o stati: pre-mortale, mortale e immortale. Noi mortali, che oggi viviamo su questa terra, siamo nel nostro secondo stato. L’elemento di cui è composto il nostro spirito nelle Sacre Scritture viene chiamato “intelligenza”. Questa intelligenza era eterna e coesistente con Dio, ma fu organizzata in un corpo spirituale dal nostro Padre celeste ed ora ci è stato concesso di venire su questa terra nella mortalità.
Chi creò la terra?
Mentre la Bibbia indica solo che Dio creò i cieli e la terra, il cristianesimo innovato ha oggi in suo possesso ulteriori informazioni che specificano chi fosse questo personaggio.
Numerosi passi delle Scritture indicano che a Geova, il Gesù Cristo pre-mortale, fu effettivamente affidata la responsabilità di compiere il lavoro della Creazione, non soltanto di questa terra ma anche di innumerevoli altri mondi. A Mosè Dio disse: “Ed Io ho creato mondi innumerevoli; e li ho pure creati per il mio proprio scopo; e mediante il Figliuolo li ho creati, mediante il mio Unigenito” (Mosè 1:33).
Affermare che la terra sia stata creata solo da Dio Padre vuol dire eludere diversi passi della Bibbia che invece affermano che Dio Padre creò la terra mediante Suo Figlio Gesù Cristo nella sua vita pre-mortale. Infatti è molto eloquente la scrittura di Paolo che si trova in Ebrei 1:1-2 che dice: “Iddio, dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo Figliuolo, ch’Egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale pure ha creato i mondi”.
Ma c’è di più. In Abrahamo si legge “Noi scenderemo … prenderemo di questi materiali, e faremo una terra sulla quale questi possano dimorare” (Abrahamo 3:22,24). Questo passo suggerisce che altre persone possono, nella pre-esistenza, aver collaborato alla Creazione. Pertanto, al fine di poter rendere la terra abitabile, fu organizzato un lavoro di squadra dove Dio Padre delegava a suo Figlio Gesù Cristo ed altri personaggi la realizzazione di tale progetto.
In un certo qual modo, questa descrizione riporta la mente a quello che la Nasa sta cercando di realizzare nello spazio, cioè di costruire dei luoghi abitabili per l’uomo.
Creare o organizzare?
Il profeta Joseph Smith fece questa dichiarazione:
“Se chiedete ai sapienti dottori perché dicono che il mondo è stato creato dal nulla, essi vi rispondono:
Il Cristianesimo innovato, pertanto, ci dice che la creazione della terra è stato un fatto puramente organizzativo e risponde al concetto sostenuto dalla scienza e cioè che niente si crea ma tutto si organizza.
Quanto è vecchia la terra?
Anche quando ci si rende conto che il capitolo 1 della Genesi non descrive l’inizio di tutte le cose e neppure il punto d’inizio dell’umanità, ma soltanto l’inizio di questa terra, non si può dire con certezza quando l’inizio sia avvenuto. In altre parole, le Scritture non forniscono informazioni sufficienti per determinare esattamente l’età della terra. Ci sono diverse teorie a tal proposito, tutte comunque dipendono dall’interpretazione che si intende dare alla parola “giorno”, così come viene usata nella descrizione della Creazione. C’è chi, interpretando alcuni passi scritturali, sostiene che “un giorno” corrisponde a mille anni. Se così fosse, la terra avrebbe oggi circa tredicimila anni (sette “giorni” di mille anni ciascuno per la Creazione, più quasi seimila anni trascorsi dalla Caduta di Adamo ad oggi).
Un’altra teoria, a mio avviso più verosimile, asserisce che la parola “giorno” si riferisce ad un periodo di tempo di durata imprecisata, suggerendo così “un’era”. La parola ebraica “giorno”, usata nella descrizione della Creazione, si può tradurre come “giorno” in senso letterale, ma può anche essere usata nel senso di un periodo di tempo indeterminato. Abrahamo dice che gli Dei chiamarono i periodi creativi “giorni”, infatti in Abrahamo 4:8 si legge:
“E gli Dei chiamarono la distesa Cielo. E avvenne che fu dalla sera fino al mattino che chiamarono notte; e avvenne che fu dal mattino fino alla sera che chiamarono giorno; e questo fu il secondo periodo che chiamarono notte e giorno.”.
Se quest’ultimo era il senso in cui Mosè usava il termine “giorno”, allora l’apparente conflitto tra le Scritture e una gran parte delle prove addotte dalla scienza in favore di una terra molto vecchia, è facilmente risolvibile. Ogni “era” o “giorno” di Creazione possono essere durati per un periodo di milioni dei nostri anni, dando così credito all’idea maggiormente diffusa fra gli scienziati.
Dove fu organizzata la terra?
In Abrahamo 5:13 si legge:
“Ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; poiché nel tempo in cui tu ne mangerai, per certo morirai. Ora io, Abrahamo, vidi che era secondo il tempo del Signore, che era secondo il tempo di Kolob; poiché fino ad allora gli Dei non avevano fissato ad Adamo il suo calcolo del tempo.”
Ed ancora in Abrahamo 5:4 si legge:
“E gli Dei scesero e formarono queste cose, l’evolversi dei cieli e della terra, e furono formate nel giorno in cui gli Dei formarono la terra e i cieli,”
Da queste due scritture si desume che all’epoca in cui la terra fu organizzata, il tempo veniva misurato secondo quello di Kolob, un pianeta nominato dalle Sacre Scritture, come un luogo vicino al trono di Dio. La Terra pertanto non poteva a quei tempi fare già parte del nostro sistema solare, in realtà essa veniva da molto lontano e fu poi captata e posta nella sua attuale orbita intorno al Sole dove, oltre a ricevere il giorno e la notte e le relative stagioni, acquisì, tramite il calore solare, anche lo scongelamento delle acque che erano gelate a causa delle basse temperature esistenti al di fuori del nostro sistema solare. La conseguente formazione di vapore acqueo ed il realizzarsi dell’effetto della pioggia permisero così l’inizio della vita sulla terra.
La Bibbia non ci dà sufficienti indicazioni per affermare che la Terra è stata organizzata fuori dal nostro sistema solare ma la rivelazione moderna, quella ricevuta dal profeta Joseph Smith è sufficientemente chiara.
John Taylor (1808 – 1887) parlando della creazione della Terra scrisse, il 29 Agosto del 1857 sul giornale The Mormon, la seguente affermazione: “è stata organizzata vicino… a Kolob”.
La Terra non solo è stata organizzata fuori dal sistema solare ma, dopo aver svolto il suo ruolo, essa ritornerà in un orbita vicino a Kolob.
Il Presidente Brigham Young disse: “Quando la terra e’ stata costituita e posta nell’esistenza… si trovava vicino al nostro Padre celeste. ….Questa è la gloria da cui la terra proviene e, quando sarà glorificata, ritornerà nuovamente alla presenza del Padre e dimorerà lì e questi esseri intelligenti che io sto guardando, se vi vivranno degnamente, abiteranno su questa terra.” (Brigham Young nel Journal of Discourses, 17:143).
BY disse anche “Questa sfera terrestre, questa piccola sostanza opaca scagliata fuori nello spazio è solo un punto nel grande universo; e quando sarà resa celeste, tornerà alla presenza di Dio, dov’era stata posta inizialmente. Tutto appartiene a Dio e coloro che seguono la Sua legge celeste ritorneranno a Lui.” ( Brigham Young nel Journal of Discourses, 9:317).
Più specificatamente, Addison Everett, che era un membro della Chiesa a Nauvoo, riportò quanto segue: “Joseph dice che questa Terra… ruoterà nuovamente nella sua orbita originale presso Kolob” (Diary of Charles L. Walzer, 18 October 1880, LDS Church Archives).
Pianeti emigranti
Recentemente, per mezzo del telescopio Spaziale Hubble, per la prima volta è stato individuato un pianeta al di fuori del Sistema Solare. Gli astronomi sostengono che questo pianeta è stato espulso nello spazio dalle stelle progenitrici di un sistema binario. Questo si deduce dal fatto che il pianeta presenta un filamento lungo 180 miliardi di km come ponte tra il presunto pianeta e il sistema binario (fig. 1).
Il giovane pianeta lungo la sua orbita intorno ad una stella, sarebbe stato disturbato dalla seconda stella del relativo sistema binario e spinto un po’ più vicino ad una delle due. A lungo andare il pianeta avrebbe preso energia dalle due stelle e dunque sarebbe stato espulso dal sistema alla velocità di 20 Km/s. È interessante notare che Kolob essendo descritta come una stella vicina ad un'altra stella, il trono di Dio, il loro assetto lo potremmo considerare come rispondente ad un sistema binario.
Il meccanismo di espulsione così evidenziato ricorda l’effetto fionda abitualmente sfruttato dalle sonde spaziali in prossimità dei pianeti: si “ruba” momento angolare al pianeta e si acquista velocità.
In alcuni sistemi binari gli astronomi sostengono che la formazione dei pianeti non è per niente ordinata. In questo sistema caotico un pianeta si può condensare molto velocemente e non permanere a lungo in compagnia delle stelle progenitrici. Questo è spiegato dal fatto, sostengono gli astronomi, che un sistema di due corpi è stabile, mentre uno formato da tre corpi non lo è e pertanto il pianeta viene espulso a grande velocità.
La massa di questo nuovo pianeta dovrebbe essere 2 – 3 volte quella di Giove che è il pianeta più grande del sistema solare.
L’astrofisico Alan Boss del Carnagie Institution di Washington è meravigliato del fatto che nella formazione stellare del Toro ci possano essere molti pianeti vaganti. Egli sostiene che in molti sistemi binari in formazione si possano essere formati anche due pianeti gassosi e poi espulsi e costretti a vagare tra le stelle.
Gli antichi greci avevano denominato i pianeti “stelle vaganti” a causa del loro movimento sulla volta celeste rispetto alle stelle fisse: questo è oggi sorprendentemente in sintonia con le recenti scoperte dei pianeti migratori.
La migrazione può permettere di acquisire, da parte di un sistema planetario, altri pianeti come può espellerli. Infatti alcuni astronomi sostengono anche che molti pianeti sono stati espulsi dal sistema solare tramite effetti fionda gravitazionali.
Queste sorprendenti affermazioni sfidano le teorie convenzionali riguardo alla nascita e all’evoluzione dei pianeti. Tutto ciò fa nascere nuove teorie sulla formazione del nostro sistema solare e come vedremo nei prossimi capitoli sono utili per spiegare la cronologia della creazione così come risulta dalle sacre scritture.
Gli isotopi ci parlano
Gli isotopi sono elementi aventi lo stesso numero atomico e uguali proprietà chimiche, ma peso atomico differente.
Essi ora ci dicono che il nostro sistema solare non è nato da una esplosione di una supernova come fino ad ora sostenevano molti astrofisici.
Martin Bizzarro dell’Università di Copenhagen in Danimarca studiando i meteoriti che si sono formati durante il primo milione di anni della storia del sistema solare non ha trovato il ferro-60, un isotopo prodotto dalle supernove, e questo pertanto esclude l’ipotesi che l’origine del Sistema solare sia dovuto all’esplosione di una supernova.
Martin Bizzarro invece ha trovato un altro isotopo, l’alluminio-26, il quale si forma soltanto nelle stelle estremamente massicce, circa 30 volte più pesanti del Sole, le quali rilasciano molta energia sotto forma di vento stellare ricco di alluminio-26. Secondo questo ricercatore, questo vento stellare, arrivando sulle nuvole di gas potrebbe aver dato la spinta necessaria affinché si formasse il Sistema solare.
Le tracce dell’isotopo ferro-60 sono invece state trovate su meteoriti formatesi alcuni milioni di anni dopo, fatto questo che suggerisce che comunque una supernova sia esplosa in un periodo successivo. Questo isotopo ferro-60 è stato anche trovato dai ricercatori dell’Università Tecnica di Monaco nelle rocce del fondale profondo dell’Oceano Pacifico. Questo fatto potrebbe confermare che la Terra, già esistente, è stata investita da un’esplosione ulteriore di una supernova. Se poi consideriamo che le Sacre Scritture ci dicono che prima è stato organizzato il pianeta terra e poi il luminare grande (il Sole) e il luminare piccolo (la Luna) è possibile che questa formazione della Terra sia avvenuta non nel Sistema solare ma in prossimità e ai margini di un'altra stella dove la misurazione del tempo è diversa dal nostro, per esempio Kolob come si deduce dalle Sacre Scritture essendo esso un luogo dalla condizione celeste vicino ad un'altra stella (sistema binario).
L’espulsione del pianeta Terra, in conseguenza dell’esplosione della supernova, dal suo originale sistema binario ha generato un effetto, che gli scienziati chiamano effetto fionda, il quale è entrato in contatto col sistema solare in formazione dove la sua velocità angolare non era sufficientemente elevata da generare un ulteriore espulsione e nemmeno una velocità talmente lenta da far cadere sul Sole il pianeta Terra. Ma avendo, molto probabilmente, una velocità intermedia fra le due la Terra si è collocata in un orbita costante intorno al sole (fig. 2).
L’ipotesi sopra descritta si sposerebbe con la cronologia degli eventi descritti nella Genesi che prevedono prima l’organizzazione del pianeta terra e poi l’apparizione dei due luminari: Sole e Luna. Il Sole generatore di luce e la Luna che ne riflette i suoi raggi sono posti addirittura nel quarto periodo creativo. Il Sole è stato generato dal collasso di una nebulosa in rotazione che riducendo le sue dimensioni ruota sempre più svelta dando origine ad un disco, formato da miliardi di asteroidi, con al centro il Sole stesso e pertanto è da considerare come il primo corpo celeste che si sia completamente formato e attivato dalle reazioni termonucleari, diventando una vera stella del sistema solare precedendo così il formarsi degli altri pianeti. Di conseguenza se la terra è stata creata prima del sole lo può solo se l’organizzazione del nostro pianeta è avvenuta in un altro sistema planetario, e poi espulso (vedi capitolo “Pianeti emigranti”). Può esserci stata anche una spinta generata dal vento stellare a seguito di una successiva esplosione della supernova.
L’esplosione di una supernova ha una forza immane in quanto la sua luminosità è un milione di volte superiore a quella del sole. Qualsiasi pianeta gli orbitasse intorno e relativamente vicino verrebbe prima carbonizzato e poi spazzato via come un granello di sabbia. È anche da rilevare che una supernova è l’unico meccanismo per produrre gli elementi più pesanti del ferro come l’uranio, cobalto, iodio, nichel, tungsteno, argento e oro. Questi elementi si formano nell’atomosfera estremamente calda della supernova e sono utili alla nostra civiltà.
Il pianeta Terra può aver subito una ulteriore fase di accrescimento dovuta al materiale sprigionato dalla supernova e che gli elementi più pesanti affondarono nelle zone fuse verso il centro mentre quelli più leggeri salirono in superficie.
Inoltre è da considerare anche il fatto che il disco di accrescimento che spiraleggia durante e verso la formazione di una stella (in questo caso il Sole) può contribuire a strappare materiale ad un’altra stella vicina.
In conclusione, sia l’espulsione dal suo sistema pronoplanetario di origine, sia l’esplosione di una supernova e sia la forza spiraleggiante del disco protoplanetario di accrescimento del nostro sistema solare possono aver benissimo contribuito a spostare il pianeta terra verso la sua attuale orbita solare. Ciò ha fatto apparire sulla Terra, gia esistente nell’universo, la funzione del sole.
Le orbite della Terra determinano la sua condizione
Dopo aver ampiamente trattato scientificamente che la terra possa essersi formata al di fuori del nostro sistema solare non rimane ora che accostare a questa possibilità scientifica quanto affermato da Paolo in 1° Corinzi 15:40-42 e cioè:
“Ci sono anche de’ corpi celesti e de’ corpi terrestri; ma altra è la gloria de’ celesti, e altra quella de’ terrestri. Altra è la gloria del sole, altra la gloria della luna, e altra la gloria delle stelle; perché un astro è differente dall’altro in gloria. Così pure della risurrezione de’ morti. Il corpo è seminato corruttibile, e risuscita incorruttibile;”
La Terra si è formata dai frammenti di altri pianeti (Abrahamo 3:24) in un orbita intorno a Kolob che per i credenti è il centro celestiale della galassia.
Successivamente il nostro pianeta è stato espulso e risucchiato in un orbita telestiale che è la presente posizione intorno al sole (vedi capitolo “Dove fu organizzata la Terra?” e seguenti), determinando così una condizione temporale, cioè una condizione mortale.
La Terra in futuro, e precisamente nel millennio, si sposterà dalla sua orbita intorno al sole che la mantiene in una condizione telestiale passando in un orbita terrestriale dove convive una condizione mortale e una vita resuscitata.
È interessante notare, alla fine del millennio, cioè quando il corso della terra attraverserà il velo interstellare che divide la gloria terrestre da quella teleste cambiando le relative condizioni di vita, essa entrerà per un breve periodo come affermano le sacre scritture di nuovo in una condizione mortale, quella celestiale, dove gli uomini mortali saranno soggetti all’influenza di Satana ed infatti ci saranno di nuovo discordie e guerre per circa trecento anni solari.
Alla fine, quando anche tutti gli altri uomini mortali rimasti resusciteranno, raggiungerà un orbita gloriosa nel celestiale regno di Kolob in una condizione di vita eterna.
Queste condizioni corrispondono anche ai tre gradi di gloria esistenti nella nostra galassia (fig. 3).
Esiste un'altra condizione che è quella dei figli di perdizione che sono stati espulsi fuori da queste orbite nelle profondità oscure dell’universo.
In conclusione la Terra subisce lo stesso sviluppo sequenziale dell’uomo: teleste, terrestre e poi celeste. Mentre l’uomo è tenuto ad obbedire alla legge del suo relativo stato e se non lo fa non può sopportare la gloria di quel regno, la terra invece, pur passando per i vari stati, obbedisce alla legge di un regno celeste, poiché essa adempie la misura della sua creazione e non trasgredisce la legge (DeA 88:21-26).
…e ne verrà un'altra
La rivelazione dell’ultima dispensazione oggi ci permette di arrivare ad ipotesi scientifiche interessanti che sarebbe stato impossibile formulare con la sola conoscienza di quanto scritto nella Bibbia.
La rivelazione moderna ci fornisce due scritture molto utili; la prima si trova in Mosè 1:38, e recita così:
“E quando una terrà passerà, con i suoi cieli, così pure ne verrà un’altra; e non v’è fine alle mie opere, né alle mie parole”
la seconda è in D&A 88:43 e afferma:
“E i loro corsi sono fissati, ossia i corsi dei cieli e della terra, che comprendono la terra e tutti i pianeti.”
Il Profeta Joseph F. Smith ha scritto: “Questo passare non significa che le terre invecchiano e muoiono, diventano corpi freddi e senza vita che vagano nello spazio, forse per disintegrarsi, andare in pezzi e poi in qualche maniera misteriosa, essere ricreate da qualche forza naturale che agisce nell’universo, ma significa – e abbiamo ogni ragione di crederlo – che esse faranno, o hanno fatto, lo stesso cammino cui la nostra terra è destinata; e il Signore ha chiarito perfettamente questo concetto. Questa terra è un corpo vivente. Essa è fedele alla legge che le è stata data; fu creata per divenire un corpo celeste e la dimora di esseri celesti.”
Da un punto di vista tecnico l’espressione “una terrà passerà” descrive l’esodo di una terra dal sistema solare. Analogamente l’espressione “ne verrà un'altra” descrive l’arrivo di un'altra al posto della precedente. Si verificherà di nuovo quello che è accaduto alla nostra Terra durante il periodo organizzativo (vedi capitolo “Gli isotopi ci parlano”).
La nostra terra è un pianeta temporaneo nella sua collocazione rispetto all’attuale orbita in questo sistema solare, infatti, altre terre possono aver abitato questo sistema solare prima di noi.
In conclusione il verbo “passare” indica si uno spostamento di percorso della Terra, ma sempre nell’ambito di “…i corsi dei cieli e della terra…” stabiliti dal Signore; ed essa rimarrà sempre legata al nostro futuro celeste e pertanto noi saremo legati ad essa.
Ancora Joseph F. Smith scrisse che Dio “continua il Suo lavoro con questa Terra e sopra altri pianeti, o mondi, che prenderanno il posto di questa terra quando essa sarà stata esaltata e avrà raggiunto la Gloria celeste.”
Riassumendo, nel fissare “i corsi” del nostro pianeta, Dio ha previsto, in corrispondenza dei vari stadi della terra, orbite diverse e consone alla sua relativa gloria (D&A 76:96-98).
L’organizzazione della terra è iniziata fuori dal nostro sistema solare, poi è passata in un’orbita telestiale intorno al Sole.
L’attuale orbita della Terra intorno al Sole, infatti, è l’unica posizione che può permettere la vita umana. Un’orbita più vicina o più lontana dal sole non potrebbe recepire il giusto calore del sole per la sopravvivenza nella nostra attuale condizione telestiale.
Durante il millennio essa subirà uno spostamento in un’orbita terrestriale, sempre intorno al Sole, ma diversa dalla precedente, in quanto le condizioni di vita dell’uomo saranno modificate e si avvicineranno di più ad una condizione edenica, ma non uguale, in cui il corpo di Adamo ed Eva erano vivificati dallo spirito e non dal sangue e pertanto non erano soggetti alle malattie.
La fase iniziale di questo spostamento, che avverrà verso un avvicinamento al Sole, farà bruciare i corpi di coloro che sono stati malvagi e pertanto privati dal Signore di quel necessario cambiamento del loro stato fisico, che avrebbe permesso loro di arrivare a cento anni senza subire la morte, e pertanto anche di sopportare questo calore.
Questo aumento di calore, dovuto all’avvicinamento al Sole, lo si può dedurre dalla scrittura che si trova in Isaia 30:26 che dice:
“La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte più viva, come la luce di sette giorni assieme, …”
Poi la Terra sarà espulsa dal nostro sistema solare e alla fine orbiterà intorno a Kolob nella condizione celestiale, dove la vita dell’uomo non sarà influenzata né dal freddo né dal caldo, in quanto egli vivrà con un corpo risorto e di vita eterna e pertanto incorruttibile.
I cambiamenti orbitali dei pianeti sono possibili?
Le attuali orbite dei pianeti del sistema solare non sono vecchie di miliardi di anni come la maggior parte delle persone possono immaginare ma sono molto più giovani; forse hanno solo alcune migliaia di anni. Di frequente molti meteoriti hanno urtato, infatti, i pianeti modificandone la velocità e pertanto l’orbita.
La Terra ha cambiato più volte il suo corso e l’uomo ha dovuto cambiare il calcolo del tempo. Questo spiegherebbe il fatto descritto nella Bibbia circa le persone che, al tempo dei primi patriarchi, vivevano anche 900 anni.
A tutt’oggi, malgrado il progresso scientifico, nessuno può dire con esattezza come sia nato il sistema solare e come si siano formati i singoli pianeti. Sembra, per esempio, che Venere sia stato originato da una meteora che poi nel tempo abbia assunto un’orbita circolare intorno al Sole. Infatti, migliaia di anni orsono Venere e Marte percorrevano orbite ellittiche che li hanno portati ad una collisione, in seguito alla quale hanno acquisito orbite più circolari.
Una cosa è certa: gli scienziati si sono resi conto che i sistemi planetari sono soggetti nel lungo tempo a comportamenti imprevedibili.
Pertanto, non è la scienza che ci può dare la storia del nostro sistema solare, e l’unico modo per conoscere gli accadimenti che hanno portato alla situazione attuale del nostro sistema planetario consiste nel cercare utili informazioni nei testi antichi.
Solo alcuni esempi:
a) I Midrashìm (plurale di Midràsh), hanno lo scopo di scoprire il senso più profondo della Scrittura, per rendere il messaggio in essa racchiuso sempre attuale e vitale per l’intera umanità e per il popolo ebraico in particolare. Il termine "Midràsh", dunque, indica il risultato di un’indagine esegetica del Testo sacro che venne praticata dai Maestri dell’epoca talmutica.
In una di queste indagini si legge: “le acque vennero ammassate fino all’altezza di 2500 Km ed erano visibili da tutte le nazioni della terra.”
Infatti, una cometa che passasse vicino alla Terra lascerebbe per un istante la propria orbita e solleverebbe le acque degli oceani a chilometri di altezza. La terra dopo pochi giorni passerebbe attraverso la coda della cometa generando violente scariche elettriche che, oltre a essere stata la causa dell’estinzione dei Mammut, è stata anche quella dell’inversione dei poli magnetici.
b) Nell’Iliade di Omero troviamo traccia degli scontri planetari fra Venere e Marte che hanno dato origine al cambiamento delle proprie orbite.
c) Gli annali dei Libri di Bambù, che sono una cronaca dell’antica Cina, sono anche uno dei tre più importanti testi antichi riguardanti le sue origini. In uno di questi testi si legge: “i cinque pianeti uscirono dalle loro orbite”. Quest’affermazione si trova anche in una carta astronomica del Medio Evo, conosciuta come la carta di Suchow.
In conclusione, se in passato ci sono stati eventi come quelli sopra descritti, che hanno modificato le orbite dei pianeti, anche il futuro può riservarci di questi cambiamenti.
Attualmente nel sistema solare esiste la possibilità che l’orbita di Plutone possa incrociare quella di Nettuno e, se non interverrà una cometa a spostare le loro orbite, la collisione sarà inevitabile. Esiste anche la possibilità che Plutone possa scontrarsi con Tritone, satellite di Nettuno.
Tutte queste probabili collisioni possono dare origine alla nascita di comete, che possono a loro volta intrecciare le orbite degli altri pianeti, modificandone il corso.
La variazione delle orbite dei pianeti è un succedersi determinante per le fasi evolutive delle condizioni geocristiane della Terra e dell’uomo e del relativo stato di gloria.
Il “biliardo” cosmico
Abbiamo visto che le orbite dei pianeti subiscono delle variazioni nel tempo.
Non è però corretto parlare di orbite in quanto, con questa parola, si intende riferirsi solo a percorsi circolari o ellittici stabili.
Per esempio, nel nostro sistema solare esistono corpi come la cometa di Oterma, che sfruttando un percorso interplanetario a forma di 8 è passata da un’orbita esterna a quella di Giove (che percorreva nel 1910) ad un’orbita interna a quella del pianeta, sulla quale è rimasta dal 1937 al 1963, per poi tornare su un’orbita simile a quella originaria.
È pertanto più corretto parlare di “corsi” come li chiama Joseph Smit in D&A 88:43 “…ossia i corsi dei cieli e della terra…”
Il corso di un pianeta è determinato dalla sua velocità e dalle forze gravitazionali dei corpi celesti circostanti. Quando queste condizioni subiscono un cambiamento dovuto a nuove influenze gravitazionali, come per esempio un corpo celeste che viene da lontano, la velocità del pianeta può cambiare e causare un effetto fionda centrifugo o centripeto.
In un certo qual modo, è come se i due corpi reagissero come le palle di un biliardo quando toccano la sponda.
Quest’effetto di “biliardo cosmico” è sempre possibile, in quanto anche nel sistema solare ci sono corpi celesti che ogni tanto lo attraversano, mettendo a rischio la stabilità dei corsi planetari.
Non è altresì necessario che i corpi celesti siano di grandi dimensioni, per generare una forza gravitazionale da cambiare il corso di un pianeta. Ci sono, per esempio, delle stelle nane, non più accese, compatte come la Terra, ma con una massa simile a quella del Sole e pertanto con una forza gravitazionale molto elevata. Secondo le ultime ricerche, le stelle nane di bassa luminosità sono sorprendentemente abbondanti anche nelle vicinanze del Sole.
Queste forze gravitazionali possono essere lo strumento per generare un percorso della Terra verso il centro della nostra galassia, per poi farla stabilizzare su un’orbita celestiale.
Gli scienziati della Nasa conoscono molto bene questo “biliardo cosmico” tanto è vero che stanno studiando dei percorsi che sfruttano la gravità di una sequenza di pianeti per far navigare nello spazio delle astronavi senza l’utilizzo di carburante eccetto quello necessario a lasciare la Terra.
Questo post è tratto dal libro "Il geocristianesimo" di Piero Durazzani
1 commento:
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