martedì 31 agosto 2010

LA TERRA COME PALCOSCENICO


L’individualità
Spiegherò il concetto di individualità con un esempio tanto semplice quanto significativo.
Quando ero ragazzo, all’inizio degli anni cinquanta, frequentavo spesso la stalla di un contadino che si chiamava Emilio e che risiedeva vicino a casa mia, alla periferia di Firenze.
Tutte le mattine molto presto lui si alzava e si recava in questa stalla per mungere le mucche.
Aveva diverse mucche.
Ad ogni mucca aveva messo un nome.
Una si chiamava Carolina. La mucca Carolina, quando Emilio col suo secchio e lo sgabello si avvicinava per mungerla, (non esisteva ancora la mungitrice automatica), stava tranquilla e con la lingua gli dava qualche leccata. Emilio mungeva e riempiva il suo secchio di un latte denso e saporito che oggi non si trova più.
Una si chiamava Laura. La mucca Laura appena Emilio si avvicinava cominciava a scalciare e bisognava stare molto attenti a non essere colpiti. Era molto pericolosa.
Un’altra si chiamava Margherita. La mucca Margherita aveva un brutto vizio: menava la sua coda molto sporca e a volte colpiva sulla faccia il povero Emilio.
Un’altra si chiamava Roberta. La mucca Roberta aveva un brutto tic: ogni tanto, quando meno te lo aspettavi, dava qualche calcetto al secchio e qualche volta riusciva anche a rovesciarlo, facendo prendere una brutta arrabbiatura al povero Emilio.
Come si vede non c’era una mucca uguale all’altra, in quanto ognuna di esse aveva la propria individualità, che è l’insieme di caratteri che distinguono un animale o una persona da tutte le altre.

Dalla materia alla individualità biologica e genetica
I quark sono le particelle elementari della materia e non hanno individualità. Si comportano esattamente allo stesso modo ovunque si trovino nell’universo e sono rigorosamente intercambiabili l’uno con l’altro.
Pertanto, le particelle elementari della materia non hanno individualità, mentre l’organismo più complesso è più potenzialmente individuale e, per questo, meno intercambiabile con ogni altro.

Noi non siamo intercambiabili in quanto organismi complessi, siamo tutti diversi.
Se per un attimo guardate la persona che avete accanto, dovete considerare che essa nel suo DNA ha due milioni di informazioni genetiche differenti rispetto al vostro DNA. Non possiamo pertanto pretendere che questa persona sia magra come noi, che sia bella come noi, che canti bene come noi, che sia gentile come noi, che utilizzi la stessa nostra dieta, che sia intelligente come noi, che sia disponibile come noi, che abbia gli stessi talenti nostri, ecc, ecc, e… potrei continuare all’infinito.
In altre parole non siamo dei quark….. siamo degli organismi complessi. (Vedi capitolo “Dal semplice al complesso”).

Per comprendere questa diversità, basta considerare che in ogni cellula umana, badate bene “in ogni cellula”, ci sono quasi quattro miliardi di paia di basi di informazioni genetiche.
La nostra individualità biologica è radicata nella variabilità di queste informazioni.
Vi è una variabile ogni 2000 differenze di coppie di basi. Pertanto ci possono essere, come ho detto prima, due milioni di differenze fra voi ed un'altra persona.

Esaminiamo meglio quest’ individualità biologica, prendendo come argomento di esempio la salute.
A causa delle nostre differenze genetiche, abbiamo delle predisposizioni individuali e vulnerabilità alle malattie, come le malattie cardiache, il cancro, ecc.
Per ridurre questo tipo di vulnerabilità ricerchiamo delle diete più appropriate per noi e le abbiniamo all’ esercizio fisico.

Sull’ individualità biologica incidono anche le differenze nei geni che influenzano il tasso metabolico.
Chi ha un tasso metabolico alto può mangiare tutto ciò che vuole, senza aumentare di peso, mentre a chi ha un tasso metabolico basso basta… il profumo di un buon piatto per ingrassare!

L’individualità spirituale
È importante considerare che non esiste solo l’individualità biologica, bensì anche quella spirituale che abbiamo portato con noi dalla vita pre-terrena. Essa interagisce con la nostra individualità biologica, dandoci l’individualità totale.
Possiamo immaginare quest’ individualità spirituale come un DNA della “divinità”, che opera di concerto con il nostro DNA umano e che ci permette di sviluppare gli attributi di Dio nella perfezione.

L’apostolo Neal A. Maxwell ha così distinto gli effetti biologici dall’individualità spirituale:

“I nostri geni, le circostanze e l’ ambientabilità sono molto importanti e definiscono la nostra individualità in modo significativo. Ma rimane ancora una zona interiore in cui noi siamo sovrani, a meno che non abdichiamo. In questa zona si trovano l’essenza della nostra individualità e la nostra responsabilità personale.”

Come si può abdicare alla propria sovranità in questa individualità interiore?
Come possiamo migliorare quest’individualità interiore dato che siamo in grado di esercitare la sovranità su di essa?

Ognuno di noi ha talenti individuali acquisiti nella sua vita pre-terrena. Anche se il nostro Salvatore ha raggiunto la perfezione dei Suoi attributi durante la sua vita pre-terrena e divina, alcuni dei nostri però non sono ancora perfezionati.
Noi siamo entrati nella mortalità, sia con alcuni significativi talenti ed attributi divini che con altri che sono meno completati. Quest’ultimi diventano quindi le vulnerabilità a certe malattie spirituali.
In sostanza abbiamo un’ incompiuta qualità.
In questa mortalità abbiamo la possibilità di scoprire quali attributi sono completati, quali ci sforziamo di completare, e quali scelte di vita consapevoli, spiritualmente intelligenti, compiamo che ci permettano di contrastare la nostra vulnerabilità spirituale.

Il diavolo impulsivo
Nella scienza si impara molto osservando il normale e l’anormale. Un esempio di questo lo troviamo anche in D&A 129:1-9 dove si evidenzia che la qualità incompiuta della vulnerabilità può essere all’origine di alcune malattie spirituali.
Sono convinto che molte persone, come me, hanno avuto difficoltà a comprendere la parte finale di questa scrittura.

“VI sono due tipi di esseri in cielo, cioè: gli angeli, che sono personaggi risorti, che hanno un corpo di carne ed ossa; per esempio, Gesù disse: -Palpatemi e guardate; perché uno spirito non ha carne e ossa come vedete che ho io-.
In secondo luogo: gli spiriti degli uomini giusti resi perfetti, coloro che non sono risorti, ma che ereditano la stessa gloria.
Quando un messaggero viene dicendo che ha un messaggio da Dio, offrigli la mano e chiedigli di scambiarvi una stretta di mano.
Se è un angelo, egli lo farà, e tu sentirai la sua mano.
Se è lo spirito di un uomo giusto reso perfetto, egli verrà nella sua gloria, poiché quello è il solo modo in cui possa apparire.
Domandagli di scambiarvi una stretta di mano, ma egli non si muoverà, poiché è contrario all'ordine del cielo che un giusto inganni; ma tuttavia comunicherà il suo messaggio.
Se è il diavolo come un angelo di luce, quando gli chiederai di scambiarvi una stretta di mano, egli ti offrirà la sua mano, e tu non sentirai nulla; potrai dunque smascherarlo.
Queste sono tre grandi chiavi mediante le quali potrai sapere se una manifestazione è da Dio.”

Perché se un diavolo ci vuole ingannare ci dà comunque la mano, pur sapendo di non avere una mano fisica e che sarà smascherato?
Sarebbe più logico pensare che questo personaggio trovasse delle scuse per non darci la mano.

Supponiamo che l’inganno rappresenti la qualità in modo significativo dell’onestà incompiuta. Si potrebbe pensare che uno spirito diabolico che è ha fatto il tentativo di apparire come un angelo di luce potrebbe essere abbastanza intelligente da rifiutarsi di afferrare una mano offertagli. A quanto pare, la sua qualità di onestà è così incompiuta, e il suo opposto, cioè la disonestà è cosi radicata in lui, che egli reagisce impulsivamente per cercare di ingannare ed è quindi smascherato.

Questo confronto ci insegna che l’impulsività può evidenziarci le nostre qualità incompiute, sul cui perfezionamento dobbiamo lavorare.
L’impulsività è come un geiger che, invece di rilevare la radioattività rileva le nostre debolezze, cioè le nostre vulnerabilità spirituali.

La Tabella di Maxwell
La nostra presenza nella mortalità ci dà la possibilità di affinare e perfezionare la parte incompiuta dei nostri attributi divini. Per fortuna, siamo ben al di là della fissazione di qualità incompiuta sperimentata dai diavoli. A volte basta un piccolo sforzo per arrivare a completare la nostra giusta qualità.

La definizione di “qualità incompiuta” delle nostre qualità ci aiuta ad identificare la nostra vulnerabilità specifica per le nostre malattie spirituali.

Per fare quest’ analisi si può utilizzare la tabella che l’apostolo Elder Maxwell ha stilato circa queste qualità, partendo dalla qualità finita e andando verso quegli aspetti, le vulnerabilità, che rendono sempre più incompiuta la qualità. Vedi figura 104.

Questa tabella ci aiuta a comprendere dove siamo, cioè quanto siamo lontani rispetto alla perfezione di una qualità finita, e ci aiuta quindi a risolvere la nostra vulnerabilità spirituale.
Dobbiamo riconoscere la nostra responsabilità personale, non dobbiamo abdicare la nostra sovranità sullo sviluppo delle qualità spirituali all’interno della propria natura!

Se fossimo a rischio a causa di una predisposizione genetica per l’eccesso di peso o malattie cardiovascolari, sarebbe ovviamente auspicabile cambiare il nostro stile di vita e le nostre abitudini alimentari al fine di ridurre i rischi che queste malattie causano.
Se siamo consapevoli di essere a rischio significativo per una malattia spirituale, a causa di una minore completezza di una qualità divina che abbiamo portato nella mortalità dalla preesistenza, perché non cambiare le nostre abitudini spirituali e il nostro stile di vita in modo da ridurre la vulnerabilità associata a quella malattia spirituale?

Un esempio: la qualità finita di avere autocontrollo. Nella parte incompiuta risiedono il desiderio di attenzione e di riconoscimento, così come l’egoismo, definito come ricerca del solo proprio benessere e dell’inclinazione a parlare troppo di sé stesso.

Mark J. Rowe, direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e Nutrizione alla BYU raccontò una sua esperienza riguardo all’autocontrollo.

“Quindici anni fà, come giovane presidente, sono stato associato ad un capo del sacerdozio che era di talento con un carisma che poteva influire su molte persone.
Col passare del tempo che essere temperato, cioè l’autocontrollo, non era una qualità raffinata per lui.
Alla fine le sue vulnerabilità risultarono l’egoismo, l’avidità di attenzione e di riconoscimento, e la troppo loquacità. Come suo leader del sacerdozio, ho cercato di aiutarlo ad adattarsi a comportamenti tali da ridurre la sua vulnerabilità per la sua malattia spirituale. Ho seguito la sua lotta a lungo, poi finì per soccombere a questa malattia spirituale, perse il suo matrimonio, la sua famiglia, gli amici, la testimonianza e il Vangelo. Ancora una volta, mi chiedo dove potrebbe essere ora, se avesse capito meglio la sua debolezza e adattato le sue scelte al fine di ridurre la sua vulnerabilità.”

L’individualità in sè non dovrebbe essere usata come una scusa per giustificare le non giuste qualità che sono in noi. Tanto meno dovremmo evitare una difesa feroce dell’individualità.

Individualità estrema
Alcuni hanno la tendenza ad equiparare l’individualità estrema come una raffinata qualità individuale.
Un esempio di questo lo ha fatto l’anziano Packer in un suo discorso:

“I giovani, devono imparare ad usare moderazione e senso comune in materia di salute e di nutrizione, …... Evitare di essere estremi o fanatici o diventare dei fissati.
Ad esempio, la Parola di Saggezza ci consiglia di mangiare la carne con parsimonia (ved D&A 89:12). Per timore che qualcuno diventi estremo, in un'altra rivelazione ci viene detto che chiunque proibisce di mangiare la carne non è ordinato da Dio” (D&A 49:18).

È comprensibile che ci possano essere delle motivazioni adeguate per la scelta di non mangiare carne, e questo è accettabile. Troppo spesso, però, il ragionamento si basa su una errata interpretazione della Parola di Saggezza, e che sembra fare appello alla nostra inclinazione ad una iper-espressione di individualità e giustificare il tutto come una qualità raffinata.
Un’interpretazione estrema ed erronea della dottrina del Vangelo non può essere una scusa per giustificare una estrema individualità.

Un ulteriore ostacolo sta nell’atteggiamento di voler nascondere le nostre qualità incompiute all’interno di gruppi di appartenenza anziché affinarle come singoli individui.
Molto spesso questi gruppi ci trascinano in comportamenti che ci allontanano dalla qualità finita che il Vangelo ci insegna ed io di questo ho una testimonianza personale per averne fatto parte per tanti anni.
Ho fatto parte di gruppi politici, gruppi manageriali, gruppi sportivi, gruppi legislativi, gruppi per le libertà individuali, gruppi sindacali, ecc.
Ebbene in molti di essi parte della mia personalità migliore veniva annichilita e rimaneva soggetta ad iniziative che certamente non mi aiutavano a perseguire quelle qualità finite auspicabili in un buon cristiano.
Queste situazioni sono piene di vulnerabilità spirituali.

Responsabilità individuale
Il Salvatore ha insegnato alcune parabole incentrate sulla responsabilità individuale, anziché su quella dei gruppi in cui si potrebbe sperare che le nostre qualità incompiute possano passare inosservate.

La parabola della rete dichiara:

“Il regno de’ cieli è anche simile ad una rete che, gettata in mare, ha raccolto ogni sorta di pesci; quando è piena, i pescatori la traggono a riva; e, postisi a sedere, raccolgono il buono in vasi, e buttano via quel che non val nulla.” (Matteo 13:47-48).

La parabola della rete del Vangelo è applicabile alle qualità degli individui all’interno della comunità cristiana, in quanto il raccolto della rete del vangelo è grande ma non completamente selettivo. Questa rete comprende diverse specie di individui con le proprie qualità individuali. Solo dopo il ritorno dei pescatori a riva, i pesci sono sottoposti ad un processo di raccolta differenziata.
Il processo di selezione è un controllo personale e individuale, e solo gli individui, non i gruppi, che hanno sviluppato qualità personali finite sopravviverà alla raccolta differenziata e saranno salvati nei vasi buoni.

In realtà, il Padre è anche adirato con noi quando non vogliamo comprendere questa natura individuale dell’Espiazione.
La scrittura che si trova in Alma 33:16 infatti dice:

“Poiché ecco, egli disse: Tu sei adirato, o Signore, con questo popolo, perché non vuol comprendere la misericordia che hai concesso loro a motivo di tuo Figlio.”

L’Anziano Russell M. Nelson ha insegnato brevemente l’importanza di comprendere il significato dell’Espiazione per raggiungere le qualità divine attraverso scelte spiritualmente intelligenti.

“In un modo molto vero, l’espiazione di Gesù Cristo incide in ciascuna delle nostre vite e nella vita di ogni essere umano che sia mai vissuto. Comprendere il significato della Sua Espiazione è fondamentale per le scelte che facciamo in tutti gli aspetti della nostra vita.”

Per fare le scelte individuali necessarie al completamento delle nostre qualità divine, è indispensabile comprendere a fondo e obiettivamente l’individuo che è in noi, e ciò che l’Espiazione significa per ciascuno di noi: e ciò per ogni aspetto della nostra vita.
Esaminiamo noi stessi, scopriamo le vulnerabilità spirituali, e impariamo ad evitarle.
L’anziano McConkie sintetizza:

“Alla fine e in tutti i sensi, in maniera completa, l’unico e solo modo per trovare e conoscere Dio è quello di osservare i suoi comandamenti. Come risultato di tale corso, la conoscenza e la rivelazione arriverà in un modo o nell’altro allorché l’uomo conosce il suo Creatore. Più obbediente una persona è, più chiare le sue idee diventano, quanto più si avvicina al suo Dio,..”

La visione più chiara, che scaturisce dall’obbedienza, diventa essenziale per il successo di finitura delle nostre qualità individuali, che ci permettono di ridurre la vulnerabilità alle malattie spirituali.
La terra è stata organizzata da Dio perché diventasse un grande palcoscenico dove ognuno avesse la possibilità di recitare la sua parte tramite la propria individualità. C’è chi accetta di seguire il “copione” del Vangelo e chi invece segue altri copioni o improvvisa al momento.
Il progresso di ogni persona è strettamente legato alla capacità di saper analizzare, comprendere e gestire la propria individualità.

Alcuni dei concetti espressi in questo capitolo sono stati estratti dal discorso "Secular and Sacred Individuality" di Mark J. Rowe (direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e Nutrizione della BYU).
Questo post è un capitolo del libro "Il geocristianesimo"di Piero Durazzani.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tópico emocionante aqui, tópicos deste modo destacam ao indivíduo que ler nesta página .....
Dá muito mais de este sítio, aos teus utilizadores.