CONVENZIONE SULLA PROTEZIONE E LA PROMOZIONE DELLE DIVERSITÁ CULTURALI.
Con la ratifica del Parlamento del 31 gennaio 2007 l’Italia è diventata membro della Convenzione UNESCO riguardante “la protezione e la promozione delle diversità culturali” (aperta alla firma il 20 ottobre 2005 a Parigi).
La Convenzione sulla Protezione e la promozione delle diversità culturali è il frutto di un lungo lavoro iniziato nel novembre del 2001, all'indomani della firma da parte degli Stati Membri della "Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale" voluta per sostenere, dopo i terribili attacchi alle Torri Gemelle di New York, la creazione di una società globale pacifica e sostenibile basata sul rispetto reciproco e la tolleranza.
La diversità culturale è definita come un carattere fondante dell'umanità, come il comune patrimonio dell'umanità e, di conseguenza, bene prezioso al pari di altri beni economici. Solo in un mondo che afferma e sostiene diversi stili di vita, dell'esistenza di concezioni culturali diverse è possibile creare una società sicura e pacifica, a tutti i livelli di governo.
Presupposti necessari perchè la diversità culturale sia protetta e promossa sono il rispetto dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, il Riconoscimento della Pari Dignità tra le culture di popoli diversi, la consapevolezza che gli aspetti culturali dello sviluppo di un paese o di un territorio sono ugualmente importanti rispetto a quelli economici.
È compito degli stati che ratificano o aderiscono alla Convenzione, adottare tutte le misure necessarie per rendere effettiva la promozione e la protezione delle diverse culture presenti nel territorio statale (a cura soprattutto quelle minoritarie ed indigene a rischio di estinzione) e per assicurare la diffusione, all'interno del proprio territorio, di cultura di altre tradizioni e popoli. In particolare, gli stati, devono realizzare azioni di sostegno dell'economia culturale (e specialmente delle industrie di "produzione" culturale non-profit) anche attraverso la sensibilizzazione dei mass media (ed in particolare delle reti televisive pubbliche) affinché diffondano espressioni culturali differenti. La Convenzione riconosce, inoltre, il ruolo centrale delle scuole e delle università nella promozione di fenomeni culturali diversi da quelli maggioritari; della società civile; internazionale della cooperazione, sub anche interregionale statale o, per facilitare il dialogo interculturale.
(Brano tratto da uno scritto dall’Associazione dei costituzionalisti)
IL PENSIERO MORMONE SULLA DIVERSITA
Il violino e l’archetto
Dio non ha fatto tutti gli alberi uguali, né tutti gli animali uguali. La diversità è un elemento necessario alla vita.
E’ la diversità che permette la vita. Un lucchetto non serve a nulla senza una chiave.
Due violini non producono musica, così come due archetti; ma un violino ed un archetto possono produrre musica molto belle o stridii molto fastidiosi, a seconda di come il violino e archetto si toccano.
Lo stesso vale per le persone.
Le differenze fra le persone permettono la vita, la crescita la libertà, la conoscenza e la saggezza. Le persone diverse da noi sono una risorsa, non un pericolo. Questo vale sia per la coppia Uomo-Donna che per le varie culture, religioni e nazioni del mondo.
L’uomo non deve temere la diversità della donna, né deve cercare di ridurla per farla assomigliare a sé.
L’uomo saggio apprezza la diversità della donna e la usa per diventare migliore.
“Non è bene che l’uomo sia solo. Io gli farò un aiuto che gli sia convenevole” (Genesi 2:18). Nel testo ebraico si legge “un aiuto che lo contrasti faccia a faccia” cioè che è al suo stesso livello ma che ha idee diverse. La donna non deve essere qualcuno che fa i comodi del marito, ma dovrebbe essere un contrasto che lo aiuta a crescere.
Le differenze fanno paura alla mente insicura
Le differenze intimoriscono chi è insicuro di sé, ma accendono la curiosità nella mente di chi si sente sicuro di sé. La paura del diverso è perciò un segnale che mostra il grado di serenità e di sicurezza di una persona, di una comunità o di una nazione. Più un popolo si sente insicuro, più diventa xenofobo e teme gli stranieri, specialmente quelli molto diversi, per razza, religione o colore della pelle.
La risposta alla diversità non è l’omogeneizzazione e l’assorbimento delle differenze; quella è forse la via più semplice e meno impegnativa, ma è anche quella meno produttiva ed utile.
Solo se metti la farina assieme all’acqua ottieni la pasta. Solo se nella pasta si mette il lievito si forma il pane. Chi ha la mente serena, sicura di sé, rispetta la cultura altrui tanto quanto la propria e prende da essa tutto quello che è in armonia con la verità.
Il modo migliore per accettare i diversi è di coltivare la propria sicurezza intellettuale, culturale, religiosa e sociale. Accettare le differenze non richiede di cambiare i propri valori, le proprie convinzioni o le proprie abitudini. Vuol dire solo non irritarsi né spaventarsi. La pace non è il risultato della eliminazione delle differenze o delle diversità nelle condizioni di vita.
La pace viene dall’unione dei diversi
La pace non è la conseguenza della omogeneizzazione e dell’azzeramento delle differenze. Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo si sono definiti Uno eppure sono tre Persone diverse. La pace è piuttosto il risultato della eliminazione della contesa, generata dalla brama egoistica, e della pretesa di imporre le proprie ragioni con la violenza. La pace si ottiene a mano a mano che tutti aderiscono alle leggi divine, poiché “l’intelligenza si attacca all’intelligenza, la saggezza accoglie la saggezza, la verità abbraccia la verità, la virtù ama la virtù, la luce si attacca alla luce, la misericordia ha compassione della misericordia” (D&A 88:40).
La pace che il Signore ci promette non è quella degli uomini, la Pax Romana o l’Ordine Britannico basati sulla forza e sulla repressione della ribellione. La pace che viene dallo Spirito si basa sulla ricetta data da Gesù Cristo ai discepoli: “Se dimorate nella mia parola siete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31-32). La vera pace è figlia della verità e della libertà.
Brano tratto dal documento “Autosufficienza emotiva e sociale” emesso dal Palo di Venezia e pubblicato per gentile concessione della Chiesa di Gesù Cristo dei S. U. G.
giovedì 7 gennaio 2010
LA DIVERSITA: UNA RICCHEZZA PER L'ITALIA
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LA DIVERSITA: UNA RICCHEZZA PER L'ITALIA
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